GERONTOPO (LI) – Vittorio Feltri torna all’attacco. Dopo aver bacchettato la piccola Greta Thunberg con l’acido tweet “Greta continua a strillare perché il pianeta si scalda. Lei però vive in Svezia dove fa un freddo cane e dovrebbe essere contenta di godere di un po’ di tepore. Stupidina” il direttore di Libero spiega il suo punto di vista sul global warming indicando come causa principale l’uso sconsiderato delle cosiddette carrette del mare e delle imbarcazioni delle Ong che monopolizzano ormai il traffico navale del Mediterraneo.
Nel suo editoriale di oggi, dal titolo “Non me ne frega niente del surriscaldamento globale, dove sto di casa io in collina c’è un freschetto che la sera devo mettere il giubbetto al gatto” Feltri scrive: “La colpa del surriscaldamento terrestre è di tutte queste imbarcazioni che affollano il Mediterraneo con quei motoracci obsoleti che perdono olio in continuazione, ma vi rendete conto di quante navi solcano il Mediterraneo ogni giorno? Sono numeri che ho sentito pronunciare solo a Berlusconi parlando di figa! Che poi con quello che pagano per venire in Italia potrebbero comprarsi uno yacht “.
Sempre secondo la miglior imitazione di Parenzo (dopo Freccero), ci sarebbe un vero e proprio cortocircuito che costringe centinaia di navi a consumare carburante e quindi a immettere CO2 nella logistica dei viaggi:” Vedete, loro partono con delle navi e arrivano con altre navi, è come se chiami un taxi per farti portare a prendere un altro taxi, ma non vedete l’assurdità? Voi quando andate in crociera tornate con un’altra nave? Un controsenso formidabile, ma la metà sono negri e l’altra metà comunisti e quindi è giusto che sia così…. un trionfo!”.
Feltri continua poi lanciando un’altra frecciatina a Greta Thunberg: “Ho detto stupidina, non ho detto mica figa di legno, perché se avessi detto figa di legno avrei detto una falsità in quanto non le ho mai leccato la patatina e non posso sapere se è di legno, è fattuale – e aggiunge – poi che non rompesse i coglioni, in Svezia a giugno possono fare ancora i pupazzi di neve, prendesse un po’ di sole come i suoi amichetti negri”.
In conclusione, il lucidissimo Feltri ci indica il primo passo per combattere il surriscaldamento globale: “Che facciano quel che cazzo vogliono, a me non me ne frega niente, basta che non mi rompano i coglioni a me che sto in collina al fresco”
Vittorio Lattanzi