In occasione della Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie si moltiplicano le iniziative politiche. La più eclatante è senza dubbio quella proposta dal gruppo parlamentare di Forza Italia, che per bocca del senatore Ninuzzo Lupara propone di istituire anche una Giornata della Memoria delle vittime di mafia che se la sono cercata.
“In Italia – sostiene Lupara – centinaia di persone sono rimaste uccise dalla testardaggine nel rifiutare accordi con la criminalità organizzata. Il loro errore è stato quello di dare retta a giudici e magistrati sovversivi, il cui solo scopo è diventare famosi. Alcuni di questi magistrati, pur di apparire in televisione, sono stati disposti a farsi esplodere con qualche chilo di tritolo, dimenticato per sbaglio sotto un cavalcavia o in un’auto parcheggiata. Imprenditori che avrebbero potuto convivere pagando il pizzo, poliziotti e carabinieri che si sarebbero potuti girare dall’altra parte, invece di indagare sul conto di certi galantuomini, politici che avrebbero potuto costruire una carriera luminosa, se non fossero stati così schizzinosi, di fronte a qualche innocente bacetto senza lingua”.
La proposta di Ninuzzo Lupara ha avuto l’effetto di riavvicinare Forza Italia e il Nuovo Centrodestra di Alfano, che in passato (assieme al suo ex compagno di partito Lunardi) aveva tentato di istituire la “Giornata per le vittime che non avevano capito che con la mafia bisogna conviverci“, sollevando però indignazione generale in Parlamento, per aver proposto un nome troppo lungo da scrivere nel calendario.
Intanto il PD, che aveva avanzato una proposta presentandola come “Giornata delle vittime che avrebbero fatto meglio a pagare il pizzo”, bocciata in quanto troppo settoriale e specifica, si dice pronto a discutere la proposta di Forza Italia, se verranno anche menzionati i bancarottieri vittime dell’insolvenza da loro stessi creata arricchendosi alle spalle dei correntisti.
Si fa sentire anche uno dei padri fondatori di Forza Italia, Marcello Dell’Utri che denuncia la disumana situazione carceraria: “Non ci sono solo i morti che se la sono cercata. Le nostre prigioni sono piene di poveri mafiosi onesti, il cui unico crimine è quello di aver commesso crimini. Liberi professionisti finiti in miseria per non aver potuto riscuotere il pizzo, imprenditori costretti a buttare la droga nel water a causa di irrispettose perquisizioni improvvise, artigiani che non possono più guadagnarsi da vivere confezionando ordigni al tritolo. Spesso si tratta di invalidi da lavoro che non hanno nemmeno la pensione pubblica, persone con ustioni permanenti alle mani, provocate dallo scioglimento di cadaveri nell’acido, innocui assassini rimasti feriti durante amichevoli sparatorie e corrieri afflitti dal gomito del tennista per aver trasportato valigette con tangenti troppo pesanti“.
In perfetta sintonia con Dell’Utri anche Nicola Cosentino, che in occasione della ricorrenza odierna ha dichiarato: “Non possiamo che concludere con un augurio a tutti gli italiani: che possano festeggiare a dovere questa giornata, sparando al proprio vicino di casa che ficca sempre il naso dove non deve”.
Giuseppe Coppola – Gianni Zoccheddu