Roma – Si inaspriscono le polemiche relative alle restrizioni annunciate dal premier Conte per l’avvio della cosiddetta Fase 2. Non sorprende la posizione della CEI, contrariata dallo stop alle messe e dai funerali limitati alla presenza di sole 15 persone. “Chiediamo un protocollo che consenta quanto prima la partecipazione dei fedeli” sono le parole rilasciate subito dopo aver appreso che a molti fedeli erano arrivati i 600 euro.
“Non possiamo accettare di vedere minacciato l’esercizio della libertà di culto” ha dichiarato il cardinal Bagnasco interrotto mentre bestemmiava per aver perso la bolletta Snai a causa di un pareggio di una partita disputata clandestinamente in Vaticano.
Il premier conte, messo alle strette dal potere ecclesiastico, e al fine di proteggere le sue “bimbe” da qualche parroco, è sceso a un compromesso. Un accordo che riguarda i funerali e che prende il nome di “Accordo porta-seccia”: potranno partecipare anche più di 15 persone ma solo se il funerale viene celebrato con il rituale ghanese. Alla parola “possono partecipare” si è cominciato ad udire una musichetta dance.
Su alcuni punti il premier è stato ritenuto ambiguo. Ad esempio non ha parlato di funerali “per celebrare i defunti” ma “per celebrare i finiti”. Termine generico che ha fatto sorgere interrogativi del tipo “I neri possono prelevare durante la funzione anche i presenti particolarmente cagionevoli?”, “Possiamo considerare finito anche chi aveva Dzeko al fantacalcio?” o “Se qualcuno tossisce parte quella musichetta?”.
Nonostante alcuni dubbi, Conte e il comitato tecnico-scientifico (per l’occasione interpellato anche per capire meglio se nella carbonara possa andare la pancetta) è riuscito a dipanare l’impasse sui sacramenti religiosi. D’altronde la CEI ha dovuto fare un passo indietro quando il premier ha minacciato di inviare a tutti i cardinali più anziani i meme con la maledizione dei ghanesi.
Ora non rimane che attendere la dirimente ordinanza di Vincenzo De Luca che per la Campania sancirà di celebrare i funerali ma a tre meme di distanza.
Mattia F. Pappalardo