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Giorgia Meloni presenta “Magno pajata perché er mare è blu”, la sua prima raccolta di accostamenti a cazzo

Giorgia Meloni presenta "Magno pajata perché er mare è blu", la sua prima raccolta di accostamenti a cazzo - Lercio

Imperia di Nettuno di Predappio Pontino – “Ho scritto questo libro perché io sono Giorgia”
“E che cazzo c’entra?”

“Appunto!”

Con questa lampante dichiarazione di intenti la leader di Fratelli d’Italia ha presentato presso la libreria Bassadebole il volume che raccoglie anni di accostamenti senza senso che hanno fatto la sua fortuna politica. Perle di saggezza come “Non sono sposata perché è prevista pioggia in Liguria”, “Ci aumentano le tasse e intanto i gay vorrebbero sposarsi”, “Io avrò pure fatto parte del governo che stava per portarci in default però sono una madre”, sino a quello che dà il titolo alla raccolta “Magno pajata perché il mare è blu”, senza dimenticare l’ormai celeberrimo “Ci siamo astenuti nel voto sulla Commissione straordinaria per il contrasto ai fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza perché difendiamo la famiglia“.

Durante l’incontro, Giorgia Meloni ha anche respinto le tesi del programma televisivo d’inchieste Report, che l’ha accusata di utilizzare sui social diversi bot allo scopo di aumentare il suo consenso: “Quest’accusa infamante la respingo al mittente! Io non ho mai usato profili fake! E come me la pensa pure MLNGRG77A55H501C!

Nel frattempo anche Matteo Salvini sta preparando una nuova pubblicazione, il cui titolo dovrebbe essere “I rubli? E allora Bibbiano Saviano? Ovvero l’arte della fuga di Salvini l’escapista”, la sua prima attesissima antologia di deviazioni dalle domande scomode.
Nel volume non mancheranno gli ormai celebri svicolamenti del Capitano: dalle richieste di riferire in Parlamento sul caso Savoini, a quelle di farsi sottoporre a processo per la vicenda della nave Diciotti, dalle interviste scomode dei giornalisti con (non) risposte tipo “Il Razzismo? Un operaio dell’Ilva vale 10 Balotelli”, alle meline orchestrate quando viene colto in fallo e non sa più cosa rispondere, “Se lei fa domande io do risposte, se lei fa politica si candidi con la sinistra e fa politica, ok?”, e ancora “Se sono antifascista? Io sono contro tutte le persone che non rispettano il prossimo. I ragazzi di Casapound che hanno manifestato a Milano non hanno lasciato un mozzicone di sigaretta per terra. Non come quelli dei centri sociali che sfasciano le vetrine e fanno casino ovunque”, fino alla celebre  “Cosa rispondo al fatto che mio figlio sia stato filmato mentre usava una moto d’acqua della Polizia? Vada a filmare i minori visto che le piace tanto!”.
Secondo alcuni, però, questo modo di fare sta raggiungendo livelli ormai patologici, al punto che alla semplice domanda di un cameriere al ristorante su cosa gradisse per cena l’ex ministro ha risposto “Perché nel PD non mangiano? Vada a vedere cosa combinano nelle cucine dei festival dell’Unità, gli amici, i compagni, i sinistri”.

Giorgia Meloni, alla fine della sua presentazione, ha anche anticipato che la raccolta degli accostamenti a cazzo vedrà sicuramente anche un secondo volume:
“Voglio pubblicarne subito un altro perché io sono cristiana”
“E che cazzo c’entra?”
“Appunto!”

Augusto Rasori

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