Analfabe (TA) – Sta destando allarme il report diffuso da Google sul comportamento degli italiani in rete. Se gli abitanti del Belpaese sono davvero un “popolo di santi, poeti e navigatori”, come diceva qualcuno il cui pensiero sta tornando di moda in questo periodo, sicuramente non sono provetti navigatori del web.
I dati presentati da Lorenzo Pagina, dirigente di Google Italia, sono a dir poco allarmanti. Analizzando gli indirizzi di posta elettronica a cui gli utenti italiani rispondono con più frequenza, ai primi posti si trovano quelli che iniziano con NoReply. Mentre negli altri paesi solo una percentuale irrisoria degli utenti risponde a questo tipo di indirizzi, in Italia si arriva alla cifra record del 95%! E il rimanente 5% non riesce proprio a rispondere a nessuna mail in generale.
Ma i motivi di sconforto non finiscono qui, visto che l’Italia vanta un triste primato in molte categorie disonorevoli. Vediamo le principali.
Principe nigeriano: almeno un italiano su 20 ha versato soldi a sedicenti aristocratici africani con la promessa di ricevere percentuali su grosse somme di denaro che questi dovevano movimentare; per una strana coincidenza, molti dei truffati credono pure che a breve saranno ridotte le accise sulla benzina.
Prezzo?: Se un post pubblicizza un qualunque prodotto di uno shop online con i prezzi ben in evidenza, oltre la metà dei commenti in Italia consiste in una sola parola: “Prezzo?“. In generale, oltre l’80% degli italiani che commenta un post con un link chiede una cosa contenuta nelle prime 5 righe dell’articolo linkato.
Nego il consenso: oltre il 10% degli utenti italiani di Facebook almeno una volta ha pubblicato un post per negare a Facebook il consenso di usare le proprie foto, come da tempo sta negando al cervello il consenso di usare i propri neuroni.
Anche io disattivo: nella versione più recente del post, gli utenti dichiarano di disattivare (cosa? Non si sa, NdR), per non farsi addebitare una quota mensile da Meta, pur non avendo mai fornito gli estremi della carta di credito.
La scarsa competenza informatica degli italiani preoccupa anche Giuliano Amato, neo-presidente della Commissione sull’Intelligenza Artificiale, che ha lanciato un accorato allarme nel suo ultimo telex.
Tornando alla questione delle mail, Google sta tentando di risolvere il problema cambiando l’indirizzo da cui vengono inviate le risposte automatiche a cui non si deve rispondere. NoReply potrebbe risultare poco chiaro a una popolazione che ha scarsa dimestichezza con l’inglese, quindi il primo tentativo è stato quello di usare NonRispondere, ma la percentuale dei risponditori è scesa solo di pochi punti.
Ricordando che in Italia bisogna ribadire il concetto, essendo l’unico paese dove non basta scrivere VIETATO, ma si deve aggiungere SEVERAMENTE se si vuol avere una minima speranza di essere considerati, è stato fatto un secondo tentativo usando NonRispondereCazzo, ancora con risultati insoddisfacenti.
Dopo qualche altra prova infruttuosa, finalmente è stato trovato un indirizzo a cui risponde meno del 10% degli italiani: NonRispondereCazzoTiMozzoLeManiTiCiCacoSopraETiCiPrendoASchiaffi.
Andrea Michielotto