Roma – Come si mantengono le casalinghe? Perché non avete mai visto un tappezziere chiedere l’elemosina? Come mai le coppie, quando vanno a convivere, la prima cosa che fanno è quella di cambiare il divano? Chissà quante volte nella vita vi sarete posti queste domande rimanendo solo con un pugno di fumose ipotesi.
La soluzione a questi ancestrali quesiti ce la fornisce l’Agenzia delle Entrate, che ha dato il via ad una serie di controlli incrociati direttamente con l’ufficio del Catasto per calcolare la potenziale superficie collassabile di soggiorni e zone living italiani allo scolpo di portare alla luce questo vulnus minzoliniano in cui spariscono, secondo le prime stime, circa 260 milioni di euro all’anno. Un tesoretto su cui hanno già messo gli occhi da tempo i burocrati europei, che spingono per tamponare i continui ammanchi chiedendo all’Italia di tassare la superficie dei divani, così come avviene già in Usa, Germania e Francia. Gli americani, conoscono, infatti, molto bene questo morbido pozzo di San Patrizio, testimone il fatto che in ogni film dove c’è una scena con un sequestro di beni, sullo sfondo, dietro al protagonista, fuoriescono dall’abitazione sempre 2 ispanici col berretto che per prima cosa portano via il divano che poi più avanti fonderanno in un’acciaieria.
La colpa è quindi delle insidiose cavità elusorie dei divani e dei sofà, naturali fessure frodatrici con cui conviviamo giornalmente. Si calcola che in Italia solo un 22% venga recuperato dal possessore durante le pulizie di cambio stagione, il 33% finisce nell’aspirapolvere (Secondo una recente indagine pare che un venditore porta a porta, rovistando nei sacchetti sporchi del Folletto, potrebbe guadagnare fino a 50 volte di più che vendendo Folletto) e il resto dissolto eternamente tra le fessure. Un singolo divano infatti può arrivare ad inghiottire fino a 6 euro e 30 centesimi al giorno, esentasse!, e quelli di nuova generazione in Ecopelle possono arrivare a digerire una banconota da 10 euro in 3 ore e un intero telecomando di Sky in 72h a stomaco vuoto.
Secondo le stime, una casalinga di media taglia può arrivare ad evadere fino a 2000 euro annui con pulizie trimestrali, un introito vitale e irrinunciabile per l’economia dei piccoli nuclei familiari e paragonabile a quello dei videopoker per i bar. Di questo fenomeno, più conosciuto col nome di ‘Mancia del filippino’, si sta occupando il governo italiano, che però non ne vuol sapere di regalare anche questo prezioso ammortizzatore sociale. L’Agenzia delle entrate sta facendo leva proprio sulle pressioni dell’Europa, che spinge affinché anche il Bel Paese si adegui, promuovendo un modello di tassazione che tenga conto di parametri come le sedute, la superficie quadrata e soprattutto la sfoderabilità, “Piuttosto – spiega l’attuale Premier – promuoveremo incentivi per l’acquisto di pouf e chaise longue ma anche per divani letto e panche di legno o in alternativa vieteremo alle donne di indossare i pantaloni, riducendo così gli ammanchi e riportandoli ai valori trasparenti degli anni ’50“.
Vittorio Lattanzi