Tradito (Re) – Uno studio condotto dall’illustrissima Università ‘Luca Argentero‘ del Massachusetts, sezione distaccata di Tradito, provincia di Reggio Emilia, via Arnoldo Cornutone, vico Sturzo, palazzo Iodice, terzo piano, interno a destra, ha prodotto una lista delle dieci frasi che rappresentano i motivi principali di rottura di una relazione ai tempi d’oggi.
In passato i metodi top per troncare un rapporto ormai stantio si potevano riassumere nei classici ‘Ti lascio perché ti amo troppo’ oppure ‘Non sei tu, sono io’, o ancora ‘Ma allora è vero che tifi Juve, pensavo scherzassi!’. In realtà l’ultimo dei tre è ancora oggi un motivo e un metodo validissimo per interrompere qualsiasi rapporto con la persona da lasciare, cercando di resistere alla tentazione di investirla poco dopo. “In quel caso bisogna prenderlo di netto”, spiega Francesca Oivita, ricercatrice precaria [abbiamo voluto mettere l’aggettivo “precaria” anche se era palese, N.D.R.]. “Colpendolo con solo le due ruote anteriori e, al suo accenno di dissenso, urlare: ‘sono quattro sull’asfalto’, e il malcapitato juventino non avrebbe più niente da ridire. Comunque ci sono motivi ben peggiori per lasciare una persona… ma ora non me ne viene in mente nessuno più di questo!”
La Dottoressa Oivita approfitta dei cinque minuti di pausa che ha durante il suo turno di lavoro al bar e ci spiega il risultato della ricerca effettuata dalla sua équipe: “L’amore è un concetto strano. Ve lo posso dire io che ho incontrato nella mia vita una miriade di personaggi che ci potrei scrivere un libro di successo e smettere di fare ‘sto mestiere ingrato. Parlo dell’essere ricercatrice ovviamente, mica la barista… almeno al bar qualcuno ti dà le mance”.
“Nella nuova top ten delle frasi e dei motivi utilizzati per ufficializzare una rottura”, continua Oivita, “figura da qualche tempo al decimo posto ‘Mi piace solo il vino bianco’, seguito da una frase che potrebbe far male anche ai meno impressionabili: ‘Sono fan di Giuseppe Povia’. All’ottavo posto la sempreverde ‘Ho un’altra famiglia e con loro l’ISEE mi viene più basso’. Al settimo sale di qualche posizione ‘Non sei tu, è l’idraulico che c’ha ben altri tipi di tubi’, al sesto invece troviamo ‘Ho bisogno di ritrovare i miei spazi, quindi elimino l’oggetto più ingombrante della mia casa: te!’”.
“Ma non è finita qua”, prosegue la Dottoressa Oivita mentre perde un’ulteriore finanziamento statale grazie al taglio alla ricerca, “al quinto posto c’è ‘Mi piacciono i piedi e li colleziono in delle teche giù in cantina’, al quarto invece ‘Giuro che non scherzavo quando ti dicevo che stavo con tua madre’, al terzo il sempre preoccupante ‘Ti amo’, parole macabre che nel 2022 pensavamo di non sentire mai più. Al secondo posto invece si piazza ‘Tinder? L’ho messo per divertirmi con gli amici’. Seeeeh, e chi ci crede!“
“Ma al primo posto”, conclude la Dottoressa Oivita, “c’è ‘ho visto la tua cronologia’, una delle paure più grandi dell’essere umano moderno. Più della terza guerra mondiale, più del surriscaldamento globale, più della Juventus che vince veramente la Champions e nessuno può più percularli”.
“Capisce la gravità di un scroll nella cronologia altrui?”, ci chiede la scienziata mentre riattacca a servire un cappuccino, “il mio consiglio è quello di avere sempre a portata di mano un distruggi-pc o distruggi-telefono. Meglio un cellulare da ricomprare che una dignità da ricostruire!”
Davide Paolino