Marrubbiu (CA) – È notizia di poche ore fa: i pastori sardi riprenderanno a protestare in piazza. Lo stop allo sversamento di latte ovino nelle strade è durato un solo giorno, giusto il tempo di godersi la doppietta di Pavoletti contro il Parma, ma il fallimento del primo tavolo delle trattative ha portato a questa decisione: si riprende a manifestare e, nel tempo libero, a bloccare tutti i camion sospetti che possano trasportare prodotti caseari.
“Siamo d’accordo”, spiega Attu Munninnu, bel micione nero a pelo lungo da compagnia con particolare predilezione nel graffiare tutti i mobili di un certo valore e capo della delegazione “Gatti Isolani” che comprende tutti i felini abitanti in Sardegna, isole Eolie, Elba, Ischia e Procida (Capri esclusa perché lì i gatti hanno fondato un’associazione a parte per soli felini con un reddito superiore al milione di euro annuo).
“Per noi è importante che si ritorni a manifestare”, spiega Munninnu facendosi accarezzare dolcemente sotto il mento, “I gatti sardi sono dalla parte dei pastori e delle pecore, che hanno bisogno di una giusta ricompensa per il lavoro che svolgono. Noi quindi apprezziamo che i pastori sversino ettolitri di latte in continuazione nelle nostre strade. Anzi: noi auspichiamo che ci diano un bel calendario con le piazze in cui verranno svuotate le latte contenente il latte – ah ah ah, mi perdoni la facezia ma mi vengono così – in modo da partecipare in massa alla manifestazione. In cambio promettiamo, vogliamo, desideriamo e giuriamo di pulire in modo impeccabile tutti i luoghi che saranno intrisi di succoso e meraviglioso latte di pecora”.
“La protesta deve andare avanti”, sottolinea Munninnu inseguendo in circolo la sua coda, “Settantadue centesimi al litro è ancora troppo poco: dobbiamo arrivare a un euro, anche se i gatti randagi spingono per due o tre, in modo da non fermare mai la rappresaglia e assicurarsi almeno un pasto al giorno, ma noi siamo favorevoli a manifestazioni ancora più pesanti, ancora più plateali: lanciare il formaggio in strada, lasciare pezzi di Tanca o di Lacana in vari punti della città, magari cosparsi di cibo per gatti, o infine organizzare un tiro al piattello con le forme di Unchinu. Noi ci impegniamo sempre a non lasciare le strade sporche, in cambio promettiamo di non graffiare nessuno quando ci prendono quei dieci minuti di pazzia quotidiana”.
“Per noi è un importante accordo quello raggiunto con i Gatti Isolani”, spiega Gianni Bàkkalu, uno dei pastori più rappresentativi, “avere loro dalla nostra parte ci spinge ad essere ancora più decisi nella nostra protesta e, quando gli animi si scaldano un po’ troppo, possiamo sempre contare sulle loro pancione morbidose per riprenderci un po’ di tranquillità. È il primo buon risultato raggiunto. Oltre ad aver impedito a Salvini di farsi una foto mentre mangia un chilo di Mascru”.
Davide Paolino