PRATO – Perché i cinesi lavorano di notte e qual è il motivo per cui sono sempre in ritardo? A far cadere una volta per tutte cadere le decine di congetture ipotizzate per spiegare questi fenomeni è Chai Gio, imprenditore cinese che vive ormai da nove anni in Italia. Secondo Gio, si tratterebbe infatti di un caso di fuso orario occultato nei confronti degli operai cinesi residenti all’estero, che ha evidenziato un’enorme carenza di diritti dei lavoratori e destato grande scalpore nell’imprenditoria.
Non tutti sanno infatti che la notevole estensione della Cina fa sì che questa nazione accolga ben 5 fusi orari da Kashgar a Shuangyashan, anche se viene applicato, però, sempre lo stesso orario della capitale Pechino. Secondo Chai, questo comportamento del Governo avrebbe fatto intendere alla popolazione che ciò valga ovunque, che quella sia ‘l’ora del mondo’.
“Nessuno dice ai cinesi residenti all’estero che esiste un fuso orario locale, gli si raccomanda semplicemente di legare con gli autoctoni il minimo indispensabile e di rispettare i propri bisogni fisici e fisiologici: se hai fame mangi se hai sonno dormi, e qualora volessero sapere l’ora gli basterà telefonare a casa” ha spiegato Chai. “Ad alcuni cinesi viene persino nascosto di trovarsi all’estero, e gli si racconta, semplicemente, di essere a soli 7000 km ad ovest della Cina, specie se finiscono nel Fermano o a Prato, città che non accetterebbero mai. Ma tutto questo è ingiusto: integrazione è anche accettare l’ora del luogo in cui si vive” aggiunge.
Intanto, arriva però l’iniziativa del Si.Cof.It.Ol., il sindacato indipendente degli operai cinesi in Italia liberi di iscriversi a un sindacato, che da anni si batte per far adottare l’orario cinese anche all’estero, che bolla la protesta di Chai Gio come un “Inutile spreco di energie” respingendo ogni segnale di avvicinamento. Secondo Song Chiu, presidente del sindacato, la Cina sta infatti acquistando mezza Italia, può già controllare i maggiori asset italiani grazie alle aziende partecipate (e persino i debiti) e, guardando al futuro, “adottare l’ora italiana sarebbe un enorme passo indietro”.
Vittorio Lattanzi