Ivrea, (TO) – Olivetto Olivetti (cognome di fantasia), diciannovenne da poco iscritto a ingegneria informatica, ha scoperto – a spese del suo ultrabook IsisTek3200 – l’esistenza di un nesso tra l’installazione di antivirus e l’autismo informatico.
Il giovane studente, assiduo frequentatore di siti poco raccomandabili (è infatti appassionato di recensioni di smartphone e inoltre, come tutti i giovani della sua età, è ben inserito nella compravendita di organi nel deep web in cambio di vite a Candy crush), aveva deciso coscienziosamente di installare un antivirus completo che proteggesse il suo personal computer da infezioni, malware, spyware, polizia postale, ransomware e Giancarlo Magalli.
Tuttavia, dopo aver provato quarantadue diversi sotfware nell’arco di pochi giorni – nessuno dei quali soddisfacente – il sistema operativo del suo PC ha ceduto all’eccesso di antigeni digitali sviluppando una serie di crash interni che Olivetto ha qualificato come sindrome dello spettro autistico virtuale.
“La comunità informatica ufficiale rifiuta la mia tesi – racconta Olivetto – e addirittura pretende di negare l’esistenza di uno spettro autistico virtuale, ma dalla mia esperienza legata ad un unico episodio che però mi ha colpito personalmente, e dall’alto del mio 23 in ‘informatica di base’, posso dire con ragionevole certezza che le principali cause di malfunzionamento dei dispositivi digitali dipendono dall’uso degli antivirus nei primi mesi di vita”.
Secondo il giornalino dell’università, Olivetto avrebbe comprato un nuovo PC evitando di installare qualsivoglia programma di protezione da virus e malware, affinché il dispositivo sviluppasse le proprie difese autonomamente, come avviene in natura, secondo gli insegnamenti del guru digitale R3dR0nni3.
Sfortunatamente, però, lo scorso lunedì, mentre il giovane universitario si intratteneva nello streaming di un video in cui due giovani informatiche si scambiavano suggerimenti sulla programmazione di app per Android, un gruppo di cybercriminali trafficanti di organi ha localizzato la sua posizione costringendolo a cedergli il rene promesso in vendita due mesi prima.
Thomas Antani e Francesco Conte