PALMIRA – Il gruppo è arrivato verso il tramonto su una jeep rossa e azzurra rubata targata 113, mentre il sole stava colpendo il lato occidentale della cattedrale. Il gruppo di jihadisti dell’ISIS, formato dai miliziani 176-761, 176-671 e 176-176, ha tagliato con un tronchese la catena che chiudeva il cancello di accesso sul lato opposto e, ignaro di essere ripreso dalle videocamere di sorveglianza da cui abbiamo tratto le seguenti informazioni, è entrato nel complesso monumentale con l’intento di distruggerlo. Grazie ai video e audio è stato possibile ricostruire esattamente i fatti:
“Presto, tirate giù mazze e picconi” ha intimato 176-671 “e iniziamo a spaccare tutto! Cominciate da quelle guglie!”.
“Ma non potremmo usare una ruspa?” ha domandato 176-761.
“Se riesci a trovarne una! Ormai le hanno tutte in Padania!” ha replicato il compagno.
“Non importa! Faremo a meno! Faremo a mano! Come dice il mio motto. Abbattiamo la bestemmia ad Allah rappresentata da questa chiesa gotica!“
È stato in quel momento che il jihadista 176-176, fino ad allora silenzioso, ha iniziato a esporre i primi dubbi: “Scusate ma c’è qualcosa che non mi torna. Siamo entrati da oriente. Nelle chiese gotiche la facciata è rivolta ad ovest.”
“Ecco che inizia a fare il sapientone!” l’ha schernito 176-761.
“Ma non vi siete chiesti che minchia ci fa qui una cattedrale gotica? Siamo in Siria non in Normandia!” ha proseguito 176-176, che non a caso è considerato il meno stupido di tutto il gruppo di jihadisti ma che proprio per questo è il meno ascoltato.
“Solo perché hai letto I Pilastri della Terra non significa che sei un architetto. Stai mettendo in dubbio la parola di nonno jihadista, Al Gra-ziah? Ha detto di distruggere questa cattedrale gotica e noi la distruggiamo!” ha ribattuto 176-671.
“Ma non avete ancora capito che ci fa abbattere tutti i monumenti solo perché alle scuole medie aveva 4 in Educazione Artistica? E vorrei vedere, sosteneva che la Gioconda fosse di Michelangelo!”
“Stai facendo dei discorsi molto pericolosi, 176-176”, ha replicato ancora una volta 176-671 sollevando una mazza sopra la testa preparandosi a colpire una delle guglie, “meglio che il nonno non li venga a sapere!”
“Infatti!” – ha rintuzzato 176-761, imitandolo – “Siamo arrivati, facciamo un bordello, spacchiamo un po’ di roba! È la protesta, e alle proteste si fa bordello! È giusto così, noi dobbiamo far sentire la nostra voce! Se non lo capiscono con le buone, lo capiranno in altro modo! Sarà una bella esperienza!“. Poi si è messo in posizione pronto a sferrare il primo colpo contro la struttura.
“Ma che cazzo dici?!” ha cercato di spiegare 176-176, “Abbiamo in comune il passamontagna ma mica siamo dei Black Bloc! Abbiamo una dignità da difendere! Un momento, non sentite l’aria come crepita? Fermi con quelle mazze! Questa non è una chiesa è una…”
E prima che il componente più brillante del manipolo di zelanti soldati dell’Isis potesse fermare i compagni, le due mazze si sono abbattute non su guglie e colonne di una bizzarra Chartres del deserto ma sulle strutture di una centrale elettrica operante a pieno regime. I tre sono quindi rimasti immediatamente folgorati dalla scarica di 132 mila volt gettando così il Califfato nel buio più completo.
Il califfo Al Gra-ziah, ha subito voluto celebrare il coraggio degli eroici militi con un discorso che ha toccato i cuori di tutti i suoi soldati, o almeno quelli che ne hanno uno: “La loro impresa perdurerà fino alla fine dei tempi e sarà impressa nella nostra memoria come non avrebbe saputo fare nemmeno un impressionista come Picasso. Quei tre eroi ci hanno donato un grande esempio: hanno portato il buio nella nostra regione così come noi porteremo il buio nel resto del mondo e le loro gesta ci indicheranno per sempre la via”. Immediatamente dopo, ancora avvolto dalle tenebre, è caduto in un tombino lasciato aperto da un operaio che cercava di ripristinare la linea elettrica ed è morto dopo ore di agonia pronunciando una serie di imprecazioni e di suoni disarticolati che non hanno minimamente impensierito i miliziani, dato che non si distinguevano dai suoi soliti farneticanti discorsi.
Augusto Rasori