Cie (Lo) – I manager di Ryanair sono furibondi, si dice in giro. “Dovevamo pensarci noi” starebbero recriminando nella sede operativa della compagnia low cost. Invece l’idea è arrivata per prima qui in Italia, a Ita Airways. Dopo anni passati a drenare i conti pubblici per far funzionare l’azienda, ora sono i passeggeri a essere chiamati direttamente in causa.
La notizia di due giorni fa ha dell’incredibile: le fonti confermano che una hostess ha preso il microfono di bordo e ha chiesto la disponibilità di cinque volontari per far partire l’aereo. “Nessuna emergenza in corso” ha spiegato “ma soltanto una nuova tecnica per risparmiare del carburante”.
In cambio di 50€ in buoni pasto autografati da Valerio Lundini in persona, cinque passeggeri (che per una strana coincidenza erano dei cosplayer dei Cugini di Campagna), si sono disposti, legando delle funi alle estremità dell’aereo, come segue:
– due davanti sulla punta dell’aereo
– uno a lato dell’ala sinistra
– uno a lato dell’ala destra
– uno 50 metri in avanti
L’operazione non è diversa da quella con cui si fa partire un aquilone, ci ha rivelato il capitano dell’aereo, che siamo riusciti a intercettare mentre cinque dei suoi maggiordomi lo trasportavano con la lettiga dall’aereo alla lounge vip dell’aeroporto.
“Per far partire un aquilone c’è bisogno di due elementi: cinque dita che lo tengano in mano e una persona che corra. Grazie ai nostri ingegneri, finanziati da anni di fondi pubblici, siamo riusciti a ridurre il numero a quattro persone che sorreggono il velivolo, più quella in avanti che dà la parte più importante della spinta iniziale. E ha funzionato!”
Una volta battuta l’inerzia, infatti, l’aereo ha iniziato le prime fasi del decollo e due steward addestrati nella presa con lazo hanno recuperato i passeggeri che spingevano. Un’operazione che entrerà nella storia dell’aeronautica del nostro paese e che, dal governo, hanno già iniziato a definire “il capitolo più bello della storia aerea del nostro Paese dai tempi delle imprese di Rodolfo Graziani”.
Andrea H. Sesta