Rio de Montecito – Prosegue senza sosta, nonostante il caldo, il razionamento del caviale e lo shock non ancora assorbito dell’aumento del caffè da 80 a 90 centesimi, lo stacanovistico lavoro dei parlamentari italiani verso una legge sullo Ius soli. Dopo la maratona di ben 5 minuti e 46 secondi della settimana scorsa alla Camera, che ha portato all’approvazione dell’uso della penna nera per le firme di presenza alle riunioni che decideranno il colore della penna per le firme delle audizioni preliminari, è stata la volta del Senato.
Martedì, in una seduta fiume durata più di 297 secondi, i parlamentari hanno proposto decine e decine di emendamenti e modifiche alle norme sul diritto di cittadinanza. Per velocizzare i lavori, i documenti sono stati presentati in forma di aeroplanini di carta lanciati verso i solerti messi parlamentari, che li hanno raccolti e riordinati mentre i senatori preparavano le valigie in vista del weekend, che, essendo quello del parlamentare riconosciuto tra le attività usuranti, inizia dal mercoledì.
Ma le malelingue affermano che l’inusuale procedura non sia dovuta esclusivamente alla proverbiale efficienza del Parlamento. Molti degli emendamenti, infatti, sono risultati anonimi, forse per evitare frizioni nei gruppi parlamentari, su un argomento che ha visto il prevalere delle posizioni personali rispetto alle direttive di partito e il formarsi di gruppi trasversali pro e contro lo Ius soli. La linea della Lega, ad esempio, è di opporsi alla legge che riconosce automaticamente la cittadinanza a chi nasce nel nostro paese, ma un deputato, presumibilmente del Carroccio, dato che il foglio recava tracce di cassoeula, ha proposto anche che tutti i bambini nati a sud del Piave siano automaticamente dichiarati congolesi e quindi vadano rispediti in Africa a spese loro. Si sospetta invece che arrivi dai banchi del PD la proposta di affidare automaticamente la cittadinanza a tutti i bambini che al momento della nascita siano già correntisti del Monte dei Paschi.
Un emendamento senza firma prevedeva, invece, tale diritto per i bimbi nati in Italia da padre che tifi una squadra militante nel campionato di calcio di Serie A. Per dimostrare la fede calcistica sarà sufficiente presentare almeno una foto in cui il genitore indossa magliette, cappellini o altro merchandising della squadra del cuore, mentre si sbraccia allo stadio, partecipa ad una rissa fuori dai cancelli o prende a manganellate un gay per strada. Per le squadre delle categorie inferiori il periodo da supporter obbligatorio e consecutivo è destinato a crescere progressivamente man mano che si scende di categoria: si passa, quindi, dai 5 anni di tifo per il Cesena ai 40 per la Crocetta.
Un’altra proposta, di segno opposto e più restrittiva, considera insufficiente al diritto di cittadinanza il semplice fatto che i genitori dei richiedenti abbiano un regolare impiego nel Belpaese. Si dovrà dimostrare che i genitori lavoratori siano assenteisti cronici, presentando cartellini non timbrati da almeno 2 anni, set di mazze da golf consumate dal regolare uso del giovedì, o ricevute di motel a ore con nome e cognome dell’amante con cui ci si è infrattati (se la struttura non rilasciasse fattura sarà sufficiente esibire gli asciugamani rubati).
Ma l’emendamento destinato a destare maggior scalpore è quello, sempre anonimo scritto sul retro della carta intestata di uno studio notarile, che propone lo Ius soli ai soli richiedenti che dimostreranno di avere almeno un parente stretto (non solo i genitori, ma anche fratelli, zii o cugini di primo grado) evasore fiscale. La ratio è che i parenti del richiedente, non pagando le tasse, dimostrano di essersi perfettamente integrati in Italia, rispettandone la cultura, il senso civico e i costumi consolidati.
Unica restrizione sarà la cosiddetta ‘evasione per necessità’. Se il parente dovesse eludere o evadere le tasse per mera necessità, senza dimostrare così di essersi arricchito personalmente a discapito della collettività, non scatterà il diritto di cittadinanza, per evidente violazione dei principi che reggono la società italiana.
Questo emendamento ha già sollevato, comunque, la protesta dello Scas, il sindacato delle casalinghe, che sottolinea come in questo modo le casalinghe con un marito onesto verrebbero discriminate, dato che non avrebbero la possibilità di evadere e i loro eventuali figli non potrebbero quindi godere di tale diritto. Il presidente della Camera ha già promesso di intervenire sulla questione spingendo affinché sia riconosciuto lo Ius Soli anche ai bimbi la cui mamma se ne fotte della raccolta differenziata e dimostri di fare almeno 4 lavatrici al giorno nei periodi di massima siccità.
Augusto Rasori e Gianni Zoccheddu