Uebbe (IG) – Non accennano a calmarsi le polemiche sulla vicenda di Malika Aya… no, quell’altra Malika. Malika Chalhy, ecco [v. nota].
Pare, infatti, che la 22enne sarebbe stata pizzicata da Matteo Salvini a compiere altre spese immorali con i soldi della sua raccolta fondi.
Dopo la Mercedes Classe A (ma non poteva comprare una Panda?), il French Bulldog di razza purissima (ma non poteva prendere un cane tisico?), la laurea in Albania (ma non poteva prend… ah no quella non l’ha presa lei), la giovane di Castelfiorentino sarebbe stata immortalata nei pressi di un CAF intenta a pagare un F24.
Il nuovo moto di indignazione non si è fatto attendere: “Ma non può evadere le tasse come tutti noi poveri cristi? Chi si crede di essere” “Lesbica e pure pro-tax! Dove andremo a finire” “Ma perché non se ne torna a pagare le tasse al suo paese” [il suo paese è Castelfiorentino, ndr] “Ma poi vai a pagare le tasse proprio a Milano? Allora non ti vuoi integrare!”, sono solo alcuni dei commenti che si leggono in rete.
Inutili i tentativi della giovane di difendersi spiegando che quell’F24 era per pagare una multa di parcheggio in doppia fila della sua Mercedes (presa mentre faceva cagare il cane per strada). Agli osservatori più attenti, infatti, non è sfuggito un dettaglio: “Dalle foto si riconosce benissimo il codice 4033, stavi pagando l’IRPEF! A zozza!”.
Per evitare che episodi simili si ripetano, il Governo sta valutando l’introduzione di un giro di vite clamoroso alle raccolte fondi: i ricavi dovranno essere effettivamente usati per gli scopi dichiarati nella petizione, come, per esempio, l’acquisto di beni di prima necessità (cibo, affitto, l’abbonamento della Fiorentina, etc).
Inoltre i cittadini, se proprio vorranno, potranno donare ad associazioni e onlus che rendono conto delle proprie spese con bilanci pubblici, evitando le raccolte fondi destinate a persone di cui non conoscono nulla ma che sono sponsorizzate da Fedez e che poi li fregano. Ah, è già così?
[nota] A beneficio di quanti non conoscono i precedenti sviluppi, ricordiamo che la 22enne era accusata di aver sottratto in maniera illecita immagini di personaggi famosi per poi rivenderle ad Alfonso Signorini. Il giudizio si è concluso dopo sette anni con una piena assoluzione di Malika che, riferendosi alle foto, ha dichiarato: “Ho peccato di leggerezza a non chiedermi come fossero arrivate a chi me le aveva mandate. Ma per me non erano di alcun interesse, erano foto banalissime di un compleanno: le candeline, i brindisi. Non sapevo cosa farmene e così le ho regalate a Gabriele Parpiglia e Alfonso Signorini per il settimanale“. No, scusate, la storia è completamente diversa, colpa mia, ho sbagliato file (ma cercate pure di capire, tutto il giorno a copiaincollare articoli del Sun tradotti alla meno peggio con Google Translate, alla fine si svalvola un po’). La storia vera è questa: Malika era stata sbattuta fuori di casa dai genitori – personcine a modo, che le hanno augurato ogni male – in quanto lesbica. La cugina ha quindi avviato una raccolta fondi per aiutarla a sostenere le spese legali, per lo psicologo, per comprarsi dei vestiti (la famiglia aveva infatti trattenuto i suoi, utili ai riti voodoo) e per un generico “rifarsi un futuro”. La raccolta fondi è andata oltre le aspettative ma Malika, non sapendo nulla della raccolta fondi, e visto che i soldi guadagnati all’autolavaggio non erano sufficienti, nel frattempo aveva già avviato con discreto successo un traffico di metanfetamine di colore blu insieme a un suo ex allievo del liceo.
Francesco Conte