Il Sommo Poeta per giorni,
preso da brame roventi
seguia la pulzella dintorni,
persino in mezzo alle genti
quando, nel dì del mercato
questi vagavan contenti
per la Piazza. Sul selciato
lui a lei s’inginocchiava
col viso piuttosto emaciato
per la sega appena tirata,
e tutto d’un fiato
l’amore per ella gridava.
Beatrice l’avea amato,
per circa due tre secondi,
durante il sacco di Prato
dove, in fra gli scontri,
il pacco gl’avea sfiorato.
Bastaron quei pochi momenti
di sesso spinto sognato
per far credere al poero Dante
d’ essere amato.
Vano rigonfiamento di glande.
Lui, adunco in preda al tormento,
affatto forte e prestante,
in semplice fraintendimento
con la povera dolce Beatrice.
Per nulla quieto e contento,
respinto da meretrice
che denunciollo infine
alla autorità tenutrice.
Vagando per le colline
lontano da sua Fiorenza,
col rotear di palline
e persa ormai ogne pazienza,
manda in deretan Beatrice
“Vorrà dir che farò senza”.