Monopoli – Durante la brillante operazione “V per Veramente”, condotta dalla Guardia di Finanza di Monopoli di Stato, gli agenti sono riusciti a smascherare decine di falsi invalidi che da decenni frodavano il fisco e superavano le file al supermercato.
La storia che ha destato più clamore è quella di Rocchio Di Falco, 53 anni, cieco da una decina d’anni e noto ai concittadini per le continue musate contro i pali della luce causate dal suo barboncino guida Has Fidanken, trovatello salvato poco prima che fosse abbattuto al canile a causa di una rara forma di “idrofobia a tratti”. Infatti, se per quasi tutto il tragitto il quadrupede si comportava da bravo accompagnatore, di tanto in tanto presentava sintomi di rabbia, iniziando a correre freneticamente e costringendo il povero Rocchio a rovinose cadute. Proprio i lividi causati da tali incidenti avevano quasi convinto i pur attentissimi agenti che il signor Di Falco fosse effettivamente non vedente.
Solo per caso i finanzieri, dopo averlo ormai congedato, hanno notato che il signor Di Falco alzandosi dal tavolo dell’interrogatorio si riparava con la mano dalla luce del sole. A quel punto sia le forze dell’ordine che il falso cieco si sono accorti che la presunta cecità era in realtà causata dal fatto che Rocchio Di Falco, da dieci anni a questa parte, teneva continuamente gli occhi chiusi: condizione, questa, che gli impediva effettivamente di vedere, ma che non lo sottraeva del tutto alla sensibilità alla luce. Mortificato per il clamoroso errore, Rocchio ha spiegato agli agenti di non essere a conoscenza della sue effettive capacità visive, essendosi completamente affidato alla diagnosi incontrovertibile del dottor Diego Stafuncia.
Accorsa all’indirizzo della Clinica Stafuncia, la Guardia di Finanza ha sequestrato tutti i documenti, scoprendo che la Laurea in Medicina del signor Diego era stampata su un film plastico dei salamini Beretta. Interrogato, ha risposto che sì, forse aveva esagerato la diagnosi, ma che Rocchio Di Falco doveva comunque considerarsi “cieco a tratti”, nel senso che nell’istante esatto in cui sbatteva le palpebre non era in grado di vedere.
Ricoverato nel più vicino ospedale psichiatrico per manifesti disordini mentali, aggravati dal poster di Soddimo all’interno della falsa clinica (che si è scoperto poi essere un ripostiglio per le scope di un magazzino), il falso dottore ha ribadito la sua buona fede, confessando di aver iniziato il suo giro di truffe solo per necessità: “A seguito dell’involontario scongelamento e della conseguente putrefazione della salma di mia madre, che era venuta a mancare solo 15 anni prima, non ho più potuto accompagnarla a prelevare la pensione. Questa circostanza mi ha lasciato nell’indigenza più assoluta, eccezion fatta per le poche migliaia di euro che ricevo mensilmente dai numerosi benefattori che spontaneamente mi inviano denaro in cambio della mancata diffusione di foto compromettenti che in realtà non posseggo”.
Alla luce della confessione, Rocchio Di Falco è stato così bollato come vero falso invalido e, per un ordine del giudice, dovrà tenere gli occhi aperti per almeno 14 ore al giorno, potendone intervallare l’apertura solo per un istante ogni dieci secondi.
Nonostante non ne abbia più diritto, le autorità hanno stabilito che Rocchio potrà ancora contare sulla compagnia del suo cane-guida Has Fidanken. Anche perché, da un successivo controllo, è emerso che l’animale sarebbe in realtà un criceto.
Andrea Bonechi & Francesco Conte