Salgono a tre i decessi in questo fine settimana di sangue -o almeno 3 sono quelli di cui la cronaca è venuta a conoscenza – legati al mondo della droga cosidetta ‘spinellabile’, ma potrebbero essere anche di più, se queste mortali sostanze non influissero negativamente sulla memoria episodica.
Resta difficile risalire alla partita di erba letale, i decessi sono avvenuti tra New York, Londra e San Salvo (CH), ma gli inquirenti sono convinti che dietro i decessi ci sia sempre lo stesso pusher, probabilmente un abruzzese con l’articolo ‘Di’ nel cognome.
Si chiamavano Alan, Mike e Natalino, i tre ventenni che hanno perso la vita dopo aver sottovalutato per l’ennesima volta la marijuana, perfida piantina che ha sradicato la loro vita troppo presto. Alan, soffocato dal pezzo di cartina avanzata dalla rullata a bandiera, Mike, morto dissanguato dopo essersi seduto col grinder in tasca, e Natalino, che in preda alla fame chimica, dopo aver provato a fare degli improbabili popcorn con i semi avanzati, li avrebbe consumati inesplosi, assieme ad una scatola di trancini dell’88 da collezione.
Lo Stato, in collaborazione con le forze dell’ordine, cerca di contrastare con tutti i mezzi questo fenomeno, e lotta da anni contro una scellerata legalizzazione che toglierebbe di mezzo la pedina più semplice da prendere e punire, ovvero i consumatori finali, e che, con una adeguata tassazione, porterebbe nelle tasse dello Stato soldi che renderebbero inutili gli sforzi fatti dalla politica e tutte le pressioni esercitate dall’Europa in questi anni per rastrellare i soldi necessari a salvare le banche.
Vittorio Lattanzi