FIRENZE (Fi) – “Ci avevamo pensato tutti all’interno del partito, avevamo anche adocchiato metodo e possibilità ma poi non ce la siamo sentita: d’altronde è stato pur sempre l’uomo che ci ha portato al 40% alle Europee. Certo, dopo quell’exploit non ha più avuto lo stesso appeal sugli elettori, ma gli eravamo pur sempre riconoscenti”, con queste parole un ex Presidente del Consiglio che vuole rimanere anonimo commenta l’accaduto che ha sconvolto la città toscana e tutto il Paese: l’ex segretario del Pd Matteo Renzi è stato menato a roncolate dal reggente Maurizio Martina.
“Un giorno o l’altro doveva succedere”, specifica un figlio di Renzi che vuole rimanere anonimo, “i’ babbo cahava i’ cazzo ogni giorno a zio Maurizio: quello faceva una dichiarazione e il babbo smentiva, poi ne faceva un’altra e il babbo diceva il contrario, poi a un certo punto pure la persona più buona del mondo sbrocca”. Ed è quello che è successo verso le 10, quando Renzi è tornato dalla sua solita corsetta mattutina scortato dall’Air Force presidenziale che spetta agli ex premier del nostro Paese e a Roberto Saviano quando non è disponibile l’intera brigata d’assalto dei paracadutisti della Folgore.
“Non mi aspettavo di trovare Maurizio così inviperito”, spiega un Renzi sanguinante, “gli avevo solo detto che ogni sua scelta di vita era sbagliata, come le scuole che aveva fatto, la carriera politica, persino gli acquisti al FantaMondiale, e non so perché mi ha colpito. Certo avrei dovuto immaginarlo quando me lo sono ritrovato con una roncola in mano urlando ‘TI UCCIDO FIORENTINO DI MERDA’, ma speravo che con la mia dialettica fine sarei riuscito a calmarlo. Non so perché ma si è incazzato ancora di più”.
Un’aggressione che ha portato degli strascichi non da poco: il Pd, dai nuovi sondaggi, supera i diretti concorrenti e si piazza al primo posto nel gradimento degli elettori toccando il 29%: un risultato che forse non si vedeva da anni. “Martina ha portato a termine il miglior programma politico da quando esiste il Partito”, spiega un ex Premier spocchioso con i baffetti che di cacamenti di cazzo se ne intende parecchio. “Anche se io avrei usato una mazza frusta, non so, la vedo più incline al momento storico di ritorno al Medioevo, e ora scusatemi ma devo dirigermi con la barca sopra la casa del padre di Di Battista”.
Scatenati i rappresentanti degli altri partiti politici, che in un attimo hanno visto erodere i loro punti di vantaggio. Il Premier Matteo Salvini, visibilmente scosso, si è ritrovato a doversi scusare per non aver applicato il metodo-Martina fin dall’inizio e nelle sue ultime dichiarazioni ha cercato di sconvolgere il pubblico con messaggi sempre più sensazionalistici: “Vinceremo i Mondiali di Russia”, avrebbe tuonato, “conosco Putin e ci darà la vittoria sicuramente. O aboliremo l’IMU, si avete capito bene, aboliremo l’IMU. I migranti in mare prima li daremo in pasto ad altri migranti affamati e poi li riporteremo a Malta ma a fare villeggiatura. Da domani tre per zero darà tre come risultato perché se io ho tre mele e le moltiplico per zero mica le tre mele spariscono?”, venendo poi portato via in barella.
Dal canto suo il vice-vice-vice-vice premier Di Maio non sembra aver capito la portata dell’evento e si lascia andare a vecchi canovacci del periodo elettorale: “Gli italiani sono stufi, è giunto il momento di cambiare, onestà onestà, nulla di quello che ha detto qualcuno contro di noi è vero, il popolo ha bisogno di un cambiamento, Ma – tta – re – lla – pezzo di me…” e così via. Anche lui è stato poi ricoverato ma in corridoio dato che tutto il reparto dell’ospedale era occupato dal Premier Salvini.
E il popolo della Rete non si è fatto attendere. Molti fan dell’attuale governo si sono subito attaccati al pc per inondare i social degli organi di stampa dei classici, “Rosikate” “Maalox”, “E allora il PD?” che hanno fatto ancora più inalberare il segretario Martina il quale, non essendo stato denunciato da Renzi che nel frattempo aveva apprezzato la mossa politica, è stato libero di andare casa per casa di ogni contestatore e fargli apprezzare con garbo la sua nuova strategia politica di legno massello.
Davide Paolino