Budrio (BO) – “Dopo centoquarantasettemilionitrecentotremilaquattrocentododici ore di trasmissione è giunto il momento di dire basta con la tv, d’altronde questo mondo non mi ha mai veramente apprezzato e valorizzato”. Con queste parole di sconforto il presentatore, showman, cantante, giocoliere, imitatore di Mastro Lindo ma soprattutto televenditore eccelso Giorgio Mastrota lascia gli schermi televisivi per dedicarsi al più nobile teatro, pur non dimenticando i successi nel piccolo schermo: “Un anno mi ricordo di essere riuscito a piazzare ventidue milioni di materassi Eminflex in Russia dicendo ci avevano dormito sopra Albano e Romina Power la notte prima di comporre Felicità, un successone. L’azienda mi regalò il sacro Graal del televenditori: una busta contenente il giorno esatto in cui finirà la grande promozione Eminflex. Ho paura ad aprirla, ma so bene che quando lo farò la mia vita terminerà con lei”.
Una grande novità, ed anche un salto nel vuoto, il voler portare le televendite a teatro, d’altronde come dice proprio il nome stiamo parlando di messaggi promozionali che normalmente vanno in tivù: “E’ questa la grandiosa idea che ci è venuta – spiega Mastrota – Io e Cesare Cadeo, altro grande esponente della mia stessa corrente artistica, abbiamo pensato che il teatro fosse troppo ancorato a tradizioni non più moderne. Diciamocela tutta: nel teatro non esiste la pubblicità, una lacuna cui vogliamo pèorre rimedio”.
“Se ci pensate – gli fa eco Cadeo sfoggiando in testa un toupet di rarissimo intonaco bianco Navajo – al cinema, prima dello spettacolo, ci sono ben trenta minuti di trailer e pubblicità varie, lo spettatore ignaro passa vari stadi di depressione che lo portano prima a considerare l’ipotesi del suicidio in sala, che contagia quello seduto dietro se sei di due metri e decidi di morire verticalmente. Poi, ricordandosi quanto ha speso di popcorn per tre figli in un noioso sabato pomeriggio, pensa di vendere la sua progenie al mercato nero per migliorare non di poco il suo tenore di vita. Noi promettiamo invece di dare al pubblico uno spettacolo che sia degno di questo nome e che contenga occasioni che gli permetteranno di tornare a casa soddisfatto e avendo speso il giusto per delle cose che non gli servono affatto come materassi e pentole”, spiega Cadeo senza sputare un secondo a terra.
La domanda che tutto il mondo si pone però è se il nuovo progetto si realizzerà inpromozioni pre-spettacolo o opere teatrali vere e propri. La risposta la da lo stesso Mastrota, salendo di qualche decibel senza motivo come ci ha abituato in televisione: “Saranno spettacoli-promozioni intervallati da promozioni-promozioni che culmineranno in finali-promozioni. Il biglietto sarà gratuito per le prime mille telefonate. I primi cento che chiameranno riceveranno in omaggio una bicicletta con cambio Shimano, un set di litografie autografate di Roberto Baffo da Crema, uno sfolticiglia, Malgioglio, il backstage in compagnia di tutto il cast, il backstage speciale da soli, nudi, nel camerino di Cesare Cadeo, un possibile matrimonio con Paolo Berlusconi e tanti altri regali. Quindi che aspettate? Chiamate chiamate chiamate”, conclude urlando, visibilmente entusiasta, Mastrota.
Queste comunque le opere in cartellone e previste per la prima stagione teatrale, con una breve trama di ognuna:
“Alza la cornetta, l’avvocato ti aspetta” , la storia triste della coppia nel logo di Mondial Casa che dopo molti anni di matrimonio entra in crisi e decide di divorziare avviando una dura battaglia su chi debba tenersi il servizio buono di pentole.
“La grande morbidezza”, teatro sperimentale: gli attori dormiranno in scena su materassi Deminflex. Ogni tanto qualcuno potrebbe rigirarsi e altri lamentarsi se nel pubblico qualcuno lascia il cellulare acceso e non li lasciano riposare. Dura otto ore, se gli attori non decidono di postporre la sveglia.
“Tesoro, mi si è incastrato il nonno”, un dramma familiare basato su un vecchio bastardo avaro e odiato dalla famiglia, che si è incastrato in una di quelle vasche ad apertura verticale. La visita dei tre spiriti del Natale – interpretati da Mastrota, Cadeo e Raffaello Tonon – gli faranno capire il vero significato della famiglia e di quanto sembra un fesso a farsi il bagno in quella roba.
“La scala del demonio”, horror ambientato in una villa appartenente ad una coppia anziana facoltosa ma con evidente difficoltà a deambulare. Il problema principale sarà salire le scale per raggiungere l’unico bagno disponibile della casa. Finale agrodolce: installeranno una sedia mobile ma sarà costruita su un cimitero indiano.
“Mi sono ciulato Natalia Estrada”, one-man show di Mastrota che elencherà, per filo e per segno, tutti i motivi che lo hanno portato ad avere una delle donne più desiderate degli anni 90 e che, ancora oggi, nessuno ha capito.
“E non mancheranno molte altre soprese”, assicura Cadeo intingendo la testa in un barile di bianco di zinco.
Davide Paolino