ROMA – Nonostante le piccole beghe interne alla maggioranza su questioni di poco conto, come il reperimento di 23 miliardi di euro per scongiurare l’aumento dell’Iva, o come i rischi per la sovranità nazionale paventati dal caso Russiagate, il governo gialloverde ritrova ancora una volta unità e compattezza negli ideali e nei principi che lo hanno ispirato fin dalla sua formazione: quando le cose si mettono male, prendersela con i migranti.
Stavolta, però, l’esecutivo sembra pronto a un cambio di strategia che potrebbe risolvere il problema degli sbarchi una volta per tutte: bombardare l’isola di Lampedusa per renderla ‘Porto non sicuro’.
L’idea non è nuova: molti grandi strateghi del passato, da Napoleone a Hitler, da Stalin a Giorgio Mastrota, hanno adottato la tecnica della terra bruciata per fermare o almeno rallentare l’invasione straniera, ma sono stati i recenti e felici episodi di guerra civile in Libia a ispirare la nuova linea di condotta dell’Italia. Grazie ai bombardamenti dei campi di detenzione migranti nei pressi di Tripoli da parte del generale Haftar, che hanno portato a stragi con decine e decine di morti, persino Matteo Salvini è stato costretto ad ammettere, dopo 7 iniezioni di siero antirabbico, l’assunzione di mezzo chilo di barbiturici e una dozzina di martellate in testa, che la Libia potrebbe non essere un porto sicuro.
Da qui la geniale intuizione che ha messo d’accordo un po’ tutti: “Se ha funzionato in un paese così moderno e all’avanguardia come lo stato magrebino, perché non dovrebbe funzionare anche da noi?”, ha commentato il ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli mentre era intento a infilare un fazzoletto da un orecchio per farlo uscire dall’altro, durante la quotidiana pulizia della scatola cranica. Gli fa eco il compagno di partito e leader del Movimento 5 Testuggini – nome acquisito di diritto in seguito al voto contrario allo sgombero della sede abusiva di CasaPound – Luigi di Maio: “Dopo la povertà e la corruzione, grazie a questo nuovo provvedimento, potremo finalmente ottenere l’abolizione degli stranieri”.
Ma, come è facile intuire, è comunque la componente leghista del governo quella più entusiasta, con in testa il vicepremier Salvini: “Per noi della Lega bombardare Lampedusa evoca i dolci ricordi del passato, quando al posto dei migranti ce la prendevamo con i meridionali. È quasi il coronamento di un sogno”. Il ministro è talmente convinto della bontà del provvedimento da lanciarsi anche in una fuga in avanti: “Se la cosa funziona proporrò di bombardare anche tutti gli altri porti italiani, da Palermo a Napoli, da Livorno a Mestre. Pur di salvare l’Italia del nemico sono disposto a radere al suolo l’intera penisola, e i cittadini sono con me, almeno fino a quando non salteranno in aria”.
Gianni Zoccheddu