NAPOLI – “Quando gli abbiamo telefonato per ringraziarlo del regalo e chiedergli di cosa di trattasse” dichiara straziata la moglie dello sventurato “ci ha detto che era un soprammobile da sistemare sul comodino di fianco al letto”. “Ma io pensavo che scherzassero!” si difende Mimmo Imparato, il parente naturalizzato milanese, ex partenopeo, ormai immigrato in Lombardia dal 1964.
Così, il giorno seguente la consegna del pacco regalo, la sveglia a forma di cassoeula, alle 8 in punto, ha suonato facendo sobbalzare dal letto il povero Gennaro Pummarò, che si è subito accasciato a terra stringendosi il petto.
“Anch’io, quando quell’aggeggio infernale si è messo a suonare, ho avuto un malore” prosegue la moglie “ma ho pensato che fosse solo l’allarme di qualche auto per strada – capita spesso che i ragazzini inesperti non li disattivino in tempo – e mi sono rimessa a dormire”.
Il Sig. Gennaro Pummarò è ora ricoverato in un centro di riabilitazione da sindrome da stress post traumatico, mentre suo cugino Imparato è indagato per tentato omicidio plurimo con l’aggravante di razzismo territoriale.
I giudici napoletani, onde evitare che un tale efferato crimine possa ripetersi, pare stiano pensando a una pena esemplare. Si parla di ergastolo, da scontarsi a Napoli, in una casa famiglia di Scampìa, in cui il condannato sarà costretto ai lavori forzati per 20 ore al giorno ed opererà contestualmente nella produzione di santini di San Gennaro e mitragliatrici, con l’obbligo di nutrirsi esclusivamente di babà, pastiera e struffoli.
Igor Nogarotto