Dhasam Bul (Tibet) – “È l’ultimo livello prima di raggiungere la pace dei sensi. Qui, al monastero di Dhasam Bul, insegniamo ai nostri discepoli l’arte della calma per combattere la vita frenetica fuori da questo luogo di armonia, ma non è facile. Arrivare al ventesimo livello è arduo, ricordo ancora quando ho iniziato io: mi fecero guardare per intero una televendita di Wanna Marchi, dovevo cercare di rimanere calmo e riposato anche mentre guardavo lei che truffava persone accompagnata dalla buonanima del Mago Do Nascimiento. Pace all’anima sua, purtroppo ebbe un bruttissimo incidente quando diventò uno dei nostri novizi dopo la sua fuga dall’Italia, addormentandosi nella gabbia degli orsi. Con loro il trucco del sale non ha funzionato”. A parlare è Everett Duclair, monaco tibetano di Dhasam Bul che ha aperto le porte del suo monastero per far assistere una piccola rappresentanza della stampa al momento in cui uno dei suoi adepti raggiunge il ventesimo livello di meditazione.
“È difficile”, spiega Duclair, “anche io, ai tempi, ho fatto fatica ma con le nuove tecnologie è ancora più complicato rimanere concentrati e calmi. Mi ricordo che qualche tempo fa fece scalpore la storia di uno dei nostri novizi che riuscì a non guardarle per due giorni le notifiche sul cellulare. Ora, con la tecnologia che migliora ogni giorno, è ancora più difficile non rimanere connessi 24 ore su 24. Basti pensare che il primo livello della meditazione è guardare un video intero di gattini senza mettere il like. Durissimo”.
“Si inizia così il ‘corso’ per diventare ‘master assoluto di calma’, sì, stiamo pensando di trovare un nome più accattivante”, continua Duclair, “ma il percorso fatto a più livelli rimarrà lo stesso. Al secondo step devi riuscire a non mettere il like alle foto di una bella fregna (persino il Papa ha fallito, ma sappiamo bene che deve allenarsi ancora). Al terzo devi ascoltare un’intera conferenza di Giuseppe Conte senza né commentare, né fare battute, né fare meme. Conosco gente che già a questo livello è scappata dal monastero”.
“Al quarto”, specifica il monaco Duclair, “devi vedere un ‘editoriale’ di Mario Giordano in tv resistendo all’impulso di scendere in strada, prendere una macchina, farti qualche migliaio di chilometri a piedi e menarlo forte. Al settimo devi leggere ‘Libero’ tutti i giorni, per un mese, senza tralasciare nessun articolo. Al decimo devi giocare per ore a Football Manager ma non dovrai salvare la partita, conosco persone che sono scappate col pc per non perdere i progressi che avevano raggiunto”.
“Al dodicesimo ti mettono un gattino sulle gambe e devi resistere alla tentazione di accarezzarlo, al quindicesimo ti fanno vedere tutta la filmografia di Boldi & De Sica e devi poi scrivere un trattato di 70mila parole sugli effetti benefici che quel tipo di film ha dato all’umanità (molti sono crollati a “Natale sul Nilo”). Al diciassettesimo devi giocare una tombola con tutti i parenti. Al diciannovesimo devi riuscire a dire di no ad una serata con Scarlett Johansson (o Jason Momoa o chi ti ingrifa, qui siamo aperti a tutto, ma ci sono poche ragazze da queste parti). Al ventesimo, beh, al ventesimo: devi ascoltare una canzone di Ultimo senza skippare oltre”.
Ed è proprio a quest’ultimo passo che i giornalisti sono stati chiamati ad ammirare: uno dei novizi che ormai aveva superato tutte le fasi, compreso rinunciare a un incontro con Lucia Azzolina (l’aveva preferita a Scarlett), stava per confrontarsi con l’ultimo grande ostacolo prima di diventare monaco master di ventesimo livello. Donald, questo è il nome del monaco, preso lo smartphone, ha fatto accesso alla sua libreria di canzoni e premuto ‘play’ su un pezzo di Ultimo.
Ecco, ora Donald si siede in posizione di meditazione. La canzone parte. Il monaco sembra in difficoltà. Resiste. Ci crede. Tutti sono in tensione, alcuni svengono al ritornello, il monaco va avanti, sta resistendo anche all’impulso di togliersi la vita. Attenzione. Si alza. Dà un calcio allo smartphone e si arrende. Peccato. Un percorso interrotto sul più bello.
“Attenzione però”, prende la parola Duclair, “la prova si considera superata: bisogna non skippare oltre sullo smartphone, ma prendere a calci il telefono è ammesso, d’altronde siamo monaci, mica santi. Capisco tutto ma Ultimo, no, vi prego, proprio no”.
Davide Paolino