ROMA – La posizione di Luca Morisi, ex spin doctor di Matteo Salvini che ha dato le sue dimissioni il primo settembre, si aggrava. In queste ore trapelano infatti sempre più particolari del blitz che le forze dell’ordine hanno compiuto ad agosto a casa del social media manager della “Bestia”. Sebbene durante la perquisizione Morisi sia stato trovato pulito – addosso non aveva telefonini – e il giovane sia rimasto in silenzio, a parlare per lui sono state le stanze e i piatti. Ne sono stati sequestrati due. Dal verbale agli atti: “Un piatto di ceramica di colore bianco aveva sopra una sostanza pulviscolare di colore bianco sotto forma di briciole di panino con finocchiona e pecorino, verosimilmente consumato da Salvini Matteo e recentemente fotografato”; accanto al piatto, tessere plastificate e una banconota arrotolata da 20 euro con su scritto l’appunto “gli zingari, il 24 ottobre dire qualcosa sugli zingari”.
In un computer di casa sarebbero inoltre state rinvenute delle note su blocco di testo contenenti frasi come “I RUMENI SPACCIANO DROGA LIQUIDA E LA SINISTRA NON DICE NIENTE”, “I GAY SONO TUTTI PROSTITUTI, COME POSSIAMO DARGLI I NOSTRI BAMBINI??”, “RIACE È IN CALABRIA E LA SINISTRA NON DICE NIENTE”, anche se, su questo fronte, Morisi si è già difeso dicendo che queste frasi erano per uso personale, non destinate a diffusione via social.
“Morisi preparava evidentemente una nuova campagna social per la Lega – rivelano gli inquirenti – che non è riuscito a portare a termine a causa dell’arresto che lo ha costretto a dimettersi il primo settembre. Ma da quello che abbiamo trovato aveva in mente roba grossa”.
Ma cosa succedeva in quelle notti maledette nella casa di Belfiore (VR), in cui tra una pippata e l’altra si pianificavano le nuove mosse della Bestia? Lo abbiamo chiesto, in esclusiva, a un testimone che vuole rimanere anonimo, ma che che ha spesso partecipato a quei promiscui e diabolici festini.
Chi è lei?
Ho detto che preferisco rimanere anonimo.
Mi scusi, ci ho provato. Ora dove si trova esattamente?
Sono a Roma, per cure mediche, non sto bene. Sono stato male per questa vicenda, per l’arresto di Luca. Ora sono a casa mia, va un po’ meglio ma sono stato davvero male.
Si ricorda cos’è successo la notte fra il 13 e il 14 agosto a casa di Morisi?
Certo che me lo ricordo, ovvio. L’ho tenuto da parte nella mente. È stata la sera che mi ha rovinato la vita.
E perché?
Perché mi sono accadute molte cose. Sono stato fuori di testa per diversi giorni. Malissimo.
Questo perché aveva condiviso troppi post della Lega?
Sì.
Che tipo di post?
Beh… lo sapete già. Basta guardare Instagram. Musulmani che sono tutti terroristi, vaccino anti-Covid che fa venire il Covid, marocchini che inspiegabilmente stanno a piede libero, i rave a cui partecipava la Lamorgese… ma non voglio continuare o mi sento male.
Come l’ha contattata Morisi? Vi conoscevate già?
Questo non ve lo dico.
Va bene. Quindi siete andati da lui e avete passato una notte a base di…
Post xenofobi, omofobi e razzisti. Con una spolverata di trumpismo, per nostalgia.
Ce n’erano tanti?
Questo argomento se vuole lo approfondiamo sabato davanti a un caffè. Ci facciamo anche una foto, io di solito uso fare così.
Quella notte sono state fatte fotografie o filmati?
Non ricordo nessuna foto. Non credo. Al massimo qualche story su Instagram, che però poi abbiamo cancellato subito.
Quanti soldi le ha dato Morisi per le ore passate da lui?
Veramente sono io che lo pagavo.
Ma per capire: non eravate lì solo per sniffare e strafarvi di brutto? Perché siete finiti a progettare una nuova campagna social della Bestia?
Beh, certo… dopo che è stata consumata tutta la droga però… Guardi, me ne vergogno ancora, non so come abbiamo fatto a pensare a post in cui dicevamo che se la Lega non governa bene è colpa dei Rom che rubano il rame e che il CTS è fatto da cornuti. Non ne ho idea. Ma è successo.
E perché?
Ero stravolto, stordito. Stavo malissimo. Volevo chiedere aiuto per andare in aeroporto e partire. Appena siamo usciti dalla cascina di Morisi e appena mi sono un po’ ripreso ho visto delle persone. Ricordo una signora con un cane e un signore. Dato che erano entrambi italiani gli ho rivolto la parola, e ho detto al signore: ti imploro, chiama la polizia per favore, ho bisogno di aiuto. Mi ha risposto: “Ma tu non dovresti essere a Roma? Allora è vero che non lavori mai”, e allora ho chiamato io. E così siamo a oggi.
Mi sembra un po’ tutta un’assurdità. Perché dovrei crederle?
Perché dovrebbe credere a tutto? Scusi, lei per chi vota?
Stefano Pisani