ROMA – Potrebbero le morti bianche essere opera di una sola mente criminale? È questa la nuova ipotesi avanzata dagli inquirenti che da anni seguono la sanguinosa vicenda, e che non si sono mai arresi a credere a semplici incidenti.
La svolta nelle indagini è arrivata dopo aver analizzato i risultati di un controllo incrociato tra i profili delle vittime. Troppe le coincidenze: la maggior parte di loro frequentavano con regolarità il luogo dove sono stati trovati privi di vita, quasi nessuna risultava a capo dell’azienda per cui prestava servizio, e tutte le vittime, al momento del decesso, stavano lavorando. Analogie che non possono essere trascurate e che fanno crollare ogni ipotesi di casualità.
L’ombra del serial killer è ormai certezza, come traspare dalle parole dell’Ispettore Capo: “Ci troviamo davanti ad una persona estremamente scaltra e pericolosa: non usa quasi mai le stesse modalità, agisce su tutto il territorio, ed è riuscito sempre a simulare un incidente, occultando potenziali prove come mascherine e caschetti protettivi”.
Ulteriori sviluppi sulle indagini saranno presto resi noti con una conferenza stampa. “Stiamo stringendo il cerchio dei sospettati – ha aggiunto Capo – ora sembra un 8, ma servono riscontri scientifici”.
Vittorio Lattanzi