Hanno aspettato il 30° anniversario dalla messa in commercio della mitica merendina che ha massacrato le magliette dei bambini di mezzo stivale per rivelare la scomoda verità. Centinaia di ricercatori hanno lavorato per anni senza mai venire a capo del più grande mistero dall’invenzione della merenda: “Perché la girella non si srotola?”
La sofferta decisione è stata presa dopo che l’azienda ha dovuto risarcire un ragazzo-padre che, disperato, aveva chiesto una lavatrice nuova ed una fornitura decennale di Fresh&Clean al colosso delle merendine proprio perché, la maldestra primogenita ghiottissima di Girella, per mesi ha continuato nell’utopica impresa di srotolarne una per intero. Il legale del ragazzo, M.V. Örrlich spiega: “Le deboli giustificazioni della casa produttrice che tiravano in ballo la forza di Coriolis si sono scontrate con l’evidenza dei test eseguiti dall’Università di Pretoria con Girelle prodotte per il mercato italiano ed un analogo modello di lavatrice. Lo srotolamento risulta impossibile anche nell’emisfero australe”.
Lo stesso avvocato sta coordinando una class action di mamme. La signora Pia, raccogliendo le prime adesioni, racconta: “Negli anni ’80 non ci facevamo caso, i detersivi erano sempre in 3×2, ora, con la crisi, sempre meno famiglie possono permettersi di far mangiare una Girella al proprio figlio vestito, specie la domenica”.
Nelle nuove confezioni da oggi verrà riportata per legge la dicitura “Farcita a spirale, prodotto non srotolabile” e verranno aggiornati anche i valori nutrizionali: infatti, dal 2011 solo il 12% della Girella rimane appiccicata nell’involucro di plastica.
La notizia ha già suscitato le prime reazioni nel mondo dell’industria dolciaria. Sconfortato il presidente del Chievo Campedelli: “Mi sento come quando Eriberto mi ha detto di chiamarsi Luciano”. Furioso l’A.d. della Haribo: “Abbiamo investito miliardi in quelle cazzo di Rotelle quando potevamo scavarle come un 33 giri”.