MILANO – Sono ore di festa per i tifosi della squadra di Spalletti, ore che diventeranno giorni, mesi, fino a quando non si esauriranno i soldi del reddito di cittadinanza da spendere in baldoria. Dopo la partita con l’Udinese è infatti arrivato il terzo scudetto della storia dei partenopei, un evento accolto con gioia da tutti i tifosi azzurri e dagli amanti del bel calcio che questa compagine ha saputo esprimere nel campionato italiano. Eppure, in questo idilliaco contesto, c’è qualcuno che ne ha approfittato per polemizzare: “I napoletani si dimostrano sempre gli stessi: hanno voluto vincere lo scudetto a cinque turni dalla fine così non devono fare un cazzo da qui alla fine del campionato. I soliti lazzaroni che non hanno voglia di lavorare”, ha infatti twittato Vittorio Feltri, che tra i suoi maggiori successi vanta quello di essersi svegliato stamattina.
Parole del tutto prive di senso, per le quali non si può invocare nemmeno la scusante di essere salernitano. Feltri è infatti nato a Bergamo, e sembra avere un po’ il dente avvelenato nei confronti del Napoli e dei napoletani, un atteggiamento davvero insolito per un tifoso dell’Atalanta. “E adesso non venitemi tutti contro perché io non sono uno che cede alle provocazioni e so benissimo come mantenere la calma, porca troia pagana lurida impestata”, si conclude così il tweet che il direttore editoriale di Libero ha scritto nonostante la camicia di forza.
Nel corso della sua lunga, lunga, lunga vita, Feltri si è distinto per una serie di dichiarazioni non esattamente lusinghiere nei confronti dei meridionali o, come direbbe lui, dei “terroni di merda”, tra le quali quella in cui li riteneva “semplicemente inferiori”. Che cosa deve aver provato, ora, a vedere dei napoletani in cima alla classifica di serie A? Lo chiediamo al suo psichiatra, C. G. (riportiamo solo le iniziali perché il dottore, visti i risultati con Feltri, non vuole rovinarsi la reputazione). “Ritengo che Vittorio in questi ultimi giorni abbia sospeso il trattamento farmacologico a causa dei due ponti, quello del 25 aprile e del primo maggio. Me ne sono accorto dal tweet in cui insulta la Schlein sull’aspetto fisico e in cui definisce ‘terroni’ gli abruzzesi. A ben vedere, noto anche un tweet del 20 aprile in cui dice “Anche io molti anni fa ho scopato una negra in Kenia ma non sono diventato comunista.”, uno del primo aprile in cui dice che l’attentato di Via Rasella fu “contro un gruppo di musicisti disarmati”. Ok, scusate, non è una questione di ponti” conclude il professore. Quali saranno gli effetti di questa sua ennesima incontinenza mentale? Staremo a vedere.
Stefano Pisani