Gorinino – Proseguono senza sosta le manifestazioni contro gli insidiosi migranti che hanno attraversato le sicure acque del Mediterraneo nel lussuoso vano motore sporco di nafta di una carretta del mare per instaurare il loro califfato nella strategica provincia ferrarese. Dopo le proteste e le barricate costruite a Goro e Gorino, le espressioni di insofferenza hanno, infine, raggiunto il culmine a Gorinino. Qui, infatti, è stato dirottato il cosiddetto pullman della morte, che trasporta un carico pericolosissimo costituito da 12 donne, di cui una incinta di una bambina già incinta (“Per fortuna non sono 13!” – ci dice una pia donna del posto – “E magari ce le vogliono pure portare di venerdì con una suora e un gatto nero: ci vogliono proprio morti! Cristo, salvaci tu! Casso, oggi sono anche passata sotto una scala!”).
A organizzare la protesta, ispirata al celebratissimo Metodo Naomo, è stato Dario Proletazio, sposato sei volte con rito celtico e già usciere del Parlamento della Padania, noto per aver tentato più volte di pagare alla Esselunga invece che in euro con il calderolo, che si dichiara strenuo difensore dell’unità nazionale (pur non guidando Fiat perché le assemblano i calabresi), del calcio in culo a chi non conosce i bigoli alla barcaiola e, soprattutto, delle radici cristiane.
Proletazio ha chiamato a raccolta la popolazione appena saputo che il pullman con le 12 immigrate sarebbe stato indirizzato proprio a Gorinino. Visto che non c’era più tempo per costruire le adeguate barriere elettrificate (che gli avevano procurato un forte attacco di sindrome di Stendhal in un suo recente pellegrinaggio a Borgosesia), anche perché i suoi seguaci si erano attardati per oltre un’ora a bere spritz e grappini al bar, il leader della Resistenza gorininese ha pensato a una soluzione ancora più radicale: radere al suolo l’intero paese.
Galvanizzato dal sempreverde “Ruspa!“, il mantra salviniano che non smette mai di riecheggiargli nella mente, anche a causa del vasto spazio a disposizione, Proletazio è montato sul suo Caterpillar D11T, da lui orgogliosamente ribattezzato Tanko2 per fare colpo sulle ragazze, e ha seguito un immaginario percorso a griglia prima di scoprire che in realtà gliel’aveva tracciato con un gessetto il suo amico Mona Cattabriga, per distruggere in modo sistematico tutta la località, tra le ovazioni dei suoi concittadini.
“È stata un’esperienza mistica, come bere una Nardini dopo una sambuca!” – ha dichiarato Proletazio – “Ho guardato il mio veicolo e ho capito che non lasciare più nulla in piedi del paese che amo era la cosa più sensata da fare per stoppare l’invasione”.
“Guardavo Dario abbattere ospedali, scuole e asili” – aggiunge Cattabriga – “e mi sembrava di vedere Napoleone mentre incendiava Mosca per fermare l’avanzata dei nazisti sovietici! Io lo dico sempre, la Storia è una grande maestra di vita!”
E mentre la prefettura ha già deciso di dirottare l’autobus nella vicina Gorininino, a chi le chiede come faranno ora i bambini del paese ad andare a scuola, la fidanzata di Proletazio, Malva, che a causa delle sue ricrescite è detta la lince di Gorinino, ribatte sicura: “Scuola? Non serve ai nostri giovani guerrieri! Come i loro stolidi padri, studieranno all’Università della vita!”.
Ma è dell’eroico Dario l’ultima storica sentenza; quando gli domandano dove vivranno d’ora in poi gli abitanti di Gorinino, l’indefesso difensore della patria replica perentorio urlando nel suo inseparabile megafono, anche se l’interlocutore è a pochi centimetri da lui: “Voglio proprio vedere se questo Governo abusivo non eletto dal popolo ha il coraggio di negare ai suoi onesti cittadini quel che concede ogni giorno agli invasori: hotel a 5 stelle, Wifi, smartphone di ultima generazione e 35 euro al giorno! Vaca, son 70.000 lire!“
Andrea Michielotto & Augusto Rasori