Bau(LI)- La crisi economica che stiamo attraversando ha portato molte più persone a compiere la scelta meno dispendiosa, di fronte al classico dubbio che sorge durante il periodo delle festività natalizie: meglio il panettone industriale o artigianale?
L’allarme è arrivato proprio dai lavoratori del settore, ovvero dai pasticceri che producono queste prelibatezze: “Sinceramente non so se sono buoni come dicono – racconta Luigino Massacri, noto fornaio artigianale piemontese – l’ultima volta che ho provato ad assaggiare l’impasto, per sentire se fosse venuto bene, mi sono ritrovato con 55 euro in meno sullo stipendio, posso permettermi di comprare solo i panettoni della Lidl, quando sono in offerta. Pucciati nel latte non sono niente male”.
Un po’ come nella crisi del 1929, quando un operaio della Ford lavorava indebitandosi per poter acquistare l’auto che egli stesso produceva, oggi, un pasticciere ha bisogno di accendere un mutuo se vuole assaggiare uno dei propri prodotti.
Ma i problemi non mancano anche tra i lavoratori del settore industriale, specie quelli meno remunerati: “Ci sentiamo come i canditi dei panettoni dozzinali – tuona Gino Farina, pasticciere e sindacalista della categoria – con i nostri stipendi non possiamo nemmeno permetterci la scatola vuota; se le cose non cambieranno, per protesta, produrremo colombe a Natale e panettoni a Pasqua, in pratica seguiremo le indicazione meteorologiche“.
Ma, a prescindere dal potere d’acquisto delle persone, rimane il problema della esagerata differenza di prezzo tra i panettoni artigianale e quelli di grossa produzione. Per Confindustria la soluzione migliore sarebbe quella di aumentare in maniera sostanziosa anche il prezzo dei panettoni industriali. E se gli stipendi saranno insufficienti per poterseli permettere, i lavoratori – come disse qualcuno tanti anni fa – potranno mangiare le brioche!
Sergio Marinelli