Milano – Ancora un menù al centro delle polemiche e come sempre il protagonista è il più catodico degli chef italiani: Carlo Cracco, che ora rischia la scomunica e che è riuscito ancora una volta a far parlare di sé ma non della sua cucina. Orde di cattolici offesi hanno invaso tutte le sue vetrine social per manifestare la loro indignazione per le eresie culinarie presentate alle più alte cariche ecclesiastiche, che però a quanto pare non hanno mosso ancora nessuna critica, anzi sembrano aver gradito. Un menù blasfemo è stato definito quello che si è consumato in sede privata nel terrazzo dell’attico di Bertone, 38 tra Papi, cardinali e vescovi che hanno potuto degustare l’esclusivo banchetto. La cena si è svolta senza intoppi. Solo un piccolo incidente: un cardinale portoghese di 89 anni si è pisciato addosso non essendo riuscito a calcolare bene le distanze dell’appartamento. Le polemiche infatti hanno avuto inizio solo dopo che organi dei servizi segreti deviati di Giallo Zafferano hanno hackerato e diffuso in rete lo speciale menù vaticano e successivamente rilanciato da tutti i foodblogger e le webzine di settore.
“E’ un menù che ho voluto donare al mio maestro e collega Dio” – ha spiegato Cracco. Lo chef ha anche aggiunto che in realtà voleva solo manifestare la sua fede e che in queste portate c’è tutta la sua devozione cattolica e non aveva alcuna intenzione di prendersi gioco dei dogmi. “Non solo ho abbinato un vino ad ogni fase della cena, ma anche i fiori sul tavolo sono stati abbinati ai colori dei piatti e cambieranno man mano. In questo menù ho combinato sapientemente i più sofisticati abbacchi della nouvelle cuisine agli inconfondibili sapori della vecchia cucina molecolare della nonna”.
Cracco stavolta non ci sta a subire un altro linciaggio mediatico come quello avvenuto a Capodanno quando, come un maestro Canello qualsiasi, ha organizzato un cenone esclusivissimo ma senza specificare che a cucinare sarebbe stato sì Cracco, ma Gilberto, un suo cugino di terzo grado con la passione del barbecue, mentre lui avrebbe trascorso l’ultimo dell’anno a giocare a sette e mezzo con suo zio Mariano, festeggiando a Moscato spumantizzato da 0,89 centesimi a bottiglia e lenticchia e zampone impiattata a rancio militare su piatti di plastica. Stavolta – forse perché Gilberto aveva appuntamento dal dentista – lo chef non ha voluto far pesare la sua assenza e ha cucinato direttamente telecomandando un drone.
Ecco quello che Cracco ha servito ai suoi commensali. Un menù talmente esclusivo che gli ospiti hanno cagato stelle Michelin per 3 giorni.
Menù
Ola
Applauso
- Entrata con preghierina del 1997 a bolla fina e Wojtyliettes di Prozac aromatizzato all’erba cipollina con una noce di maionese montata a parkinson
Antipasti
- Sindone di affettati di stagione e formaggi di serra serviti con poker di pani (pane al pane, pan per focaccia, pan bagnato e pane per chi non ha i denti)
- “Acqua ai canapi” – Chemin-de-fer di carpaccio di alpaca marinato con aceto di Barolo e onde di Radio Maria con decolté di fuffa da agricoltura biologica lavata in acqua di Lourdes
- “L’ampolla di San Gennaro” – Sciarada di tartufo di Acqualagna su letto di caviale di storione siberiano pescato da Jeremy di River Monsters a telecamere spente con polvere di crostacei del Lago di Pilato (Chirocephalus marchesonii)
Lancio di palline fatte a mano con le molliche di pane durante l’attesa
Primi piatti
- “Quando Cannavacciuolo pelava le patate in cambusa” – Dugarry di capesante con impasse di seitan di vitello e salsa Desailly da accompagnare con un Demis Roussos del ’79
- “Lo Ior nel piatto” – Alaindelon di cous-cous del piemonte in salsa di Ostriche della Valtellina affumicate all’incenso copto e parkour di fette biscottate al burro di karitè
- “Gomblotti alla massona” – Gomblotti fatti a mano ripieni all’artemisia cotti al vapore con acqua benedetta e nuvola di bario
10 flessioni
Aspettando i secondi piatti
- “Lascia Dio, Friggo io” – Ostie di patata fritta nell’olio santo con caviale di lumache nomadi e Spuntì servita con 1/2 pinta di mirra artigianale
Cambio di posto
Secondi piatti
- “Agnello in lacrima d’agnello” – Esclusiva carne d’agnello condito da vivo accompagnato da un Chateau Courmayeur invecchiato in caveau 7 anni e vinificato senza scontrino
- “Forgioncini di braciola alla Padre Pio” – Stimmatelle di maiale saudita con vinaigrette profumata al sandalo (n°42) su un guanto senza la punta delle dita
- “Il pugno del Papa” – Champs Elisées di abbacchio ripassato in caponata con un flauto di timo serpillo e biancospino e nevicata di pecorino di segreta vaticana
‘Bacio, bacio’
Dessert
- “Morto un papa…” – Mappazzone e nutella scomposta ricoperte di superchicche di zucchero cannella e ogni cosa bella
- “Scambiamoci un segno di pace” – Giubileo di meringhe siciliane con aceto balsamico di modena, tartare di Oreo e riduzione di Calippo Cola
- “CardioPalma” – Crema di palma ai semi di palma con foglie di palma affumicate con corteccia di palma, annaffiata da succo di palma estratto a freddo con gocce di essenza di palma (senza olio di palma)
Guerra coi tovaglioli
Apericonto
- Boccata di elio per parlare tutti come Paperino per rendere divertente il passaggio alla cassa e anche le scenate dei clienti scontenti
Digericonto
- Caffè con cialda
Standing ovation
*per i bambini: Tortellini alla manna e poi a giocare
Vittorio Lattanzi