POMIGLIANO DARK (NA) – La notizia della vicenda di sangue che ha sconvolto l’altrimenti ridente cittadina in provincia di Napoli, il brutale omicidio del clochard ghanese Frederick Akwasi Adofo, massacrato da due ragazzini senza alcun motivo, ha rapidamente varcato i confini di Pomigliano, ponendo la città in una luce sinistra proprio adesso che tutti stavano dimenticando che si tratta del luogo d’origine di Luigi di Maio.
I colpevoli, due sedicenni, sono stati trattenuti per omicidio volontario con l’aggravante della crudeltà e sono attualmente detenuti in una cella in cui sono sottoposti a una severa misura restrittiva: non hanno lo smartphone.
I ragazzi avrebbero accoppato ferocemente una persona inerme per filmare e realizzare un contenuto potenzialmente virale su Facebook. O almeno questa è la tesi difensiva dei loro avvocati, che puntano tutto sull’attenuante del vizio parziale di mente in quanto content creator.
I video sono stati visualizzati da tantissimi utenti e, in effetti, i due sono diventati particolarmente popolari, anche tra i giovani del riformatorio di Nisida, carcere minorile a cui sono probabilmente destinati, parecchi dei quali hanno già fatto sapere che non vedono l’ora di girare dei video con loro sotto le docce.
Intanto, i clochard di Pomigliano hanno deciso di reagire. Nei giorni scorsi, hanno infatti fondato l’associazione ‘George Orwell’ – intitolata allo scrittore britannico autore di 1984 che per un periodo fu un senzatetto – la cui sede è una panchina arrugginita del Parco Pubblico ‘Giovanni Paolo II’. “Non dovete avere paura di noi – ha dichiarato il presidente dell’associazione, conosciuto familiarmente a Pomigliano come ‘O nguacchiat’ – noi non vogliamo fare del male a nessuno. Se potessimo fare del male, vi pare che faremmo i barboni? No, ci saremmo già dati da tempo al brigantaggio o alla boxe clandestina. State tranquilli. La nostra prima iniziativa: un incontro col sindaco per discutere il miglioramento delle nostre condizioni e chiedergli se ha qualche spicciolo. Siamo fiduciosi“.
Parole rassicuranti che però stridono con alcuni cartelli di elemosina comparsi stamattina in giro, su cui le consuete frasi d’accatto “Ho fame, non mangio da 62 anni, due euro a piacere” sono stati sostituite da “Due pistole a piacere“.
A cosa serviranno? Staremo a vedere.
Stefano Pisani