Unovaleuno (MS) – Il caos che ha generato la candidatura a premier del Movimento Cinque Stelle da parte di Luigi di Maio è destinato ad esaurirsi dopo l’annuncio del garante del simbolo Beppe Grillo, che in una conferenza stampa improvvisata nella sua villa di metà stagione (che si differenzia dalla villa estiva, da quella autunnale e dallo chalet sul Monte Bianco per i primi di gennaio) ha indossato il suo giubbotto d’ordinanza ed ha tuonato le solite parole piene di grazia e gentilezza nei confronti della stampa e dei giornalisti: “Grandissimi venduti del Pd, servi del potere e intestatari di assegni che distruggono l’onore di chi ha fatto questo mestiere prima di voi, ho indetto questo incontro per sottolineare come nel Movimento la trasparenza e la correttezza siano i nostri unici valori. Come ben sapete uno sconosciuto esponente della nostra base, tale Luigino di Maio, ha avanzato la sua proposta per le nostre primarie interne, l’abbiamo accettata insieme ad altre sette ma voi avete messo in dubbio che fosse tutto pilotato, tutto già deciso ancor prima di aver fatto votare gli iscritti alla nostra setta…partito…insomma quello che è”.
“Avete, come vostro solito, infangato il buon nome degli altri aspiranti premier, chiunque essi siano”, precisa Grillo addentando il cosciotto di un giornalista precario, “quando abbiamo presentato nel Movimento una lista di sette persone che hanno un seguito mica male, quasi più alto di quel Di Maio che io personalmente non conosco e che voi state facendo passare come il più grande statista italiano solo perché forse l’avete visto due volte in tv”.
“Per questo e per altre ragioni che voi non potrete assolutamente mai capire”, spiega Grillo mentre prenota il volo per le Barbados di fine Dicembre, “abbiamo deciso io e Davide Casaleggio, due persone totalmente estranee al Movimento, di candidare anche un nome di spicco che richiami i votanti ad un corretto svolgimento delle primarie, in modo che nessuno mai possa pensare che siano state pilotate. Ed il nome scelto è Stefano Rodotà, già candidato dal Movimento come Presidente della Repubblica qualche annetto fa, e che voi giornalisti collusi, insieme al Pd, avete fatto naufragare insieme a tante altre cose buone di questo Paese come la politica, la speranza nel futuro e la difesa del Genoa”.
La base, alla notizia della candidatura di Rodotà ha avuto opinioni contrastanti. Un esponente forte dei meetup di Porto Sant’Elpidio, Littorio Pocanzi, ha esclamato tra una bestemmia ed un’altra alcune considerazioni considerevoli: “Cazzo avevano detto che avrebbero candidato anche Dario Fo, morto per morto avrei preferito lui a Rodotà, ma sono sicuro che non l’hanno fatto perché avrebbe preso più voti di Di Maio vivo. Se facessero una gara di QI vincerebbe ancora Fo, pure ora. Ma io credo in quello che dice Beppe e voterò Di Maio, devo farlo per forza perché dicono ci sia su Rousseau un sistema che ti dà una scarica elettrica se voti uno qualsiasi degli sfidanti. Non sono sicuro ma non ci tengo a provarlo”.
Un indipendista sardo invece, tale Sandro Cappucci, anch’esso registrato sulle piattaforme del Movimento, registra una nota di stupore alla candidatura di Rodotà: “I membri del mio meetup e una buona base degli iscritti hanno avuto un sobbalzo quando abbiamo letto il suo nome. Non perché sia morto, sia chiaro, ma perché non pensavamo fosse una persona reale. Ai tempi delle votazioni per il Presidente della Repubblica noi urlavamo “rodotà” perché pensavamo fosse un avverbio o forse il participio futuro del verbo “onestare”, del tipo “io rotodò”, “tu rodotì”, “egli rodotà”. E’ stato un forte shock ritrovarcelo candidato, per questo comunque voteremo Di Maio perché di sicuro non è né un verbo, né un avverbio, né morto. E per le sorti del Paese conviene avere un premier vivo. A meno che non si tratti di Renzi, ovviamente”.
Insomma un colpo di scena che non dovrebbe minare le chance di vittoria di Di Maio nelle primarie del Movimento, ma superate quelle, Grillo già pensa al futuro: “Dopo l’incoronazione di Luigi ci prepariamo anche alle politiche. Abbiamo proposto un sistema di legge che permetta a noi di decidere gli sfidanti premier. Ovviamente dovranno essere tutti già deceduti. Per dare un senso alla competizione stileremo una lista di ex politici italiani ma eviteremo di candidare Mussolini, non sia mai che i nostri militanti poi votino tutti lui in massa”.
Davide Paolino