“Siamo indignati, noi con certa gente non prendiamo neanche un caffè col polonio”. È indignato e non usa giri di parole il ministro degli esteri russo Sergej Viktorovič Lavrov, noto per la sua moderazione. “In Italia, sui media, nelle ambasciate, nei palazzi, persino nella sede del Pd – che in genere è l’ultimo posto dove si vengono a sapere, e talvolta dove si capiscono, le cose – si vocifera di fondi russi ai partiti italiani a causa del rapporto degli 007 americani. Ma, ancora peggio, qualcuno arriva perfino a parlare di rapporti tra il nostro amato presidente Vladimir Putin e tale Matteo Salvini! Smentiamo! Smentiamo categoricamente! Non c’è nulla di vero! Putin sarà anche un dittatore, un invasore, un antidemocratico, un omofobo, ma con certa gente non vuole avere niente a che fare! Il solo accostamento di questo soggetto alla nostra pacifica e democratica Grande Madre Russia – i cui confini, per inciso, si estendono dal pacifico fino all’Est Europa, Germania e Francia incluse – è offensivo”.
A quanto si apprende sia dalla stampa libera russa, cioè niente, sia dai media vicini al Governo, Salvini sarebbe pressoché sconosciuto al regime di Mosca. A destare qualche sospetto tra i giornalisti occidentali, oltre al nuovo documento Usa, ci sarebbe solo qualche centinaio di articoli elogiativi di un noto giornale indipendente, la Pravda, e un gagliardetto del Milan avvolto intorno a un rosario ritrovato in un cassetto della scrivania di Putin. In ogni caso, le durissime parole di Lavrov sono state rilanciate e supportate dalla nota sdegnata dell’ambasciatore russo in Italia Sergey Razov, che, interrompendo il suo proverbiale riserbo sulle questioni politiche italiane, ha annunciato immediati provvedimenti. “Questo signore – ha scritto di suo pugno l’ambasciatore con una stilografica dall’inchiostro rosso sangue, o forse sangue color inchiostro rosso– la deve smettere di millantare rapporti inesistenti, altrimenti faremo pesanti pressioni sulla Ong indipendente ‘Amici Sinceri e Disinteressati di Grande Madre Russia’ affinché sospendano già dal giorno successivo alle elezioni l’erogazione di 150 milioni di euro annui a quei certi conti correnti che….”. Questo il testo che è riuscito a scrivere e inviare prima che la vodka avesse la meglio.
Augusto Romano