MILANO – Si chiama Giuseppina Esaurita la 23enne studentessa in Legge autrice della geniale idea di appendere un campanellino al ragno che vive nel suo appartamento, in modo da evitare di spaventarsi ogni volta.
“Per quasi un anno ho vissuto nel terrore – racconta la giovane – ogni volta che il ragno si presentava all’improvviso sbucando da qualche angolo della casa, o calandosi silenzioso dal soffitto come Tom Cruise in “Mission Impossible“, provavo un tuffo al cuore, ma come buddhista non potevo ucciderlo, né potevo dirgli di andarsene dall’appartamento, visto che il contratto di affitto è a nome suo. Poi un giorno, mentre ero in vacanza nella fattoria dei miei nonni, ho avuto l’illuminazione: tutte le mattine andavo a passeggiare nel pascolo, e avvertivo la posizione di ogni vacca, anche quelle che si trovavano alle mie spalle, grazie ai campanacci che portavano appesi al collo”.
Giuseppina ha pensato quindi di applicare lo stesso principio a Penelopo, il grosso ragno che vive nel suo monolocale in corso Buenos Aires. Penelopo è un aracnide molto diffidente, basti pensare che ha dotato le proprie ragnatele di un sistema di allarme anti intrusione e dopo aver avvolto le sue vittime nella bava aggiunge sempre un lucchetto, per maggior sicurezza. Penelopo ha anche imparato, col tempo, a scegliere i punti più sicuri e convenienti dove tessere le sue trame. Ad esempio sopra il lavandino nel cucinino, visto che l’Esaurita non è molto propensa a lavare le stoviglie, e i piatti sporchi incrostati da settimane sono un’esca irresistibile per le mosche. “All’inizio non è stato facile – dice Giuseppina – ho dovuto convincere il ragno ad avvicinarsi, l’ho dovuto coccolare con dei grattini sotto il mento per calmarlo e convincerlo che non volevo fargli nulla di male, e infine appendergli il campanellino al collo, assicurandomi di stringerlo abbastanza perché non se lo potesse sfilare con le zampette”.
Grazie a questo stratagemma Giuseppina può muoversi per casa, cucinare, lavarsi, trombare con il suo ragazzo e persino studiare senza il costante terrore di trovarsi all’improvviso faccia a faccia con il suo fin troppo silenzioso coinquilino. “Certo – ammette la studentessa – qualche volta la notte vengo svegliata dallo scampanio di Penelopo, ma penso che quando entreremo davvero in confidenza potrò levargli il campanello la sera per poi rimetterlo la mattina successiva”.
L’Esaurita è diventata in breve tempo molto popolare negli ambienti universitari, la sua idea ha entusiasmato tutte le colleghe, che hanno deciso di applicarla anche agli altri inquilini: blatte, scarafaggi e colleghi maschi ingrifati, ma il plauso più grande è stato senza dubbio quello arrivato da tutte le mosche di Milano.
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Questo articolo è stato originariamente pubblicato su Der Postillon
Traduzione e adattamento di Gianni Zoccheddu