Forlì – “S’at ciàp at scòurg da veiv!”* È furioso col governo, Rivo, uno degli storici artigiani di poltroneesofà, l’azienda celebre per la timida sporadicità con cui manda in onda i suoi spot in televisione. Non ha ancora digerito l’allarme lanciato dal ministro Luigi Di Maio verso quella che ritiene la più grande sciagura dei giorni nostri, inferiore solo all’aritmetica: il divano.
“S’at ciàp a t’un dag cu ne sa nisoun!”** È suo fratello Luzio, l’addetto ai braccioli, a proseguire l’invettiva contro la decisione del leader M5S di demonizzare i canapi di tutta Italia in vista dell’assegnazione dell’agognato reddito di cittadinanza.
“S’at ciàp at stac un braz e at mèin sa quèl!”*** è infine la minaccia del minore dei tre, Nario, collaudatore degli schienali, verso il vice-ministro pentastellato, colpevole di aver associato dormeuse e ottomane a un concetto negativo come la pigrizia e non a qualcosa di profondo come la meditazione ascetica sui misteri insondabili dell’universo, magari intervallata da una gustosa pennica dopo una partita a Candy Crush.
Come se non bastasse, è di queste ore la nuova direttiva emanata dall’esecutivo per combattere la piaga delle piaghe da decubito che sta falcidiando torme di ventenni che giacciono completamente invertebrati per settimane sui cuscini del salotto ma che hanno comunque la pretesa di vedersi accreditati i circa 780 euro del reddito di cittadinanza. Secondo quanto verrà pubblicato a breve sulla Gazzetta Ufficiale, o su Twitter, che ora vale di più, con un testo che Danilo Toninelli ha prontamente definito di alto livello di tecnica giuridica – “Ci sono persino le consonanti!”, ha dichiarato raggiante il ministro – “ogni sedile atto a ospitare e incoraggiare stanzialità che vadano oltre la mera seduta destinata al desinare e allo svolgere attività di studio dovrà avere un accesso regolamentato mediante appositi tornelli”.
“Ci furb, sol se chi-elt iè imbezel”**** puntualizza Oleoblitz, l’esperto di imbottiture, manifestando tutta la rabbia e il disagio di una categoria di produttori il cui unico obiettivo era far sentire più comoda la gente e ora, invece, si ritrova ad aggiungere ai divani, oltre ai tornelli, anche sedili eiettabili, cuscini con la scossa, vergini di Norimberga e tutto quello che possa far provare disagio ai suoi clienti e che sta procurando lucrose consulenze a gerarchi nazisti, boia medievali o semplici consiglieri comunali di Verona, chiamati a escogitare nuove forme di tortura per chi è tentato di ignorare le regole per l’assegnazione del reddito.
“La cosa assurda“, ci dice l’unico non romagnolo dell’azienda che preferisce rimanere anonimo perché non lo scoprano, “è che da una parte dicono che col reddito di cittadinanza si tromberà di più ma dall’altra vogliono impedirti di goderti con il partner il tuo cazzo di divano. Ogni volta che stai finalmente per passare in seconda base (si sa che la Romagna è terra di baseball) suona una sirena o esce fuori un dobermann da sotto i cuscini!”
L’ultima serafica dichiarazione verso la presa di posizione del ministro del Lavoro, ci pare giusto lasciarla al fondatore e presidente dell’azienda, un uomo che della pacatezza e la bonomia ha fatto la sua ragione di vita (il copyright sull’ottimismo profumo della vita era già stato preso), il commendator Ines Poltroneesofà: “Cu’t casches l’usel matera e u’t rimbalzes in the cul!”*****
NOTE:
* Se ti prendo ti scortico vivo
** Se ti prendo te ne do che non lo sa nessuno
*** Se ti prendo ti stacco un braccio e ti meno con quello
**** Sei furbo solo se gli altri sono imbecilli
***** C’è davvero bisogno di tradurla?
Augusto Rasori