Penyslvania – Chi ha il pene piccolo è più intelligente della media: questo il singolare risultato di uno studio condotto nell’Università di Prickton in Penyslvania, che rivelerebbe una correlazione fra genitali modesti e alto quoziente intellettivo. L’ateneo statunitense non è nuovo a studi piuttosto bizzarri. Nel 1997 una sua equipe teorizzò il legame tra il campionamento della voce di Cher e il declino della civiltà occidentale e nel 2006 dimostrò che in caso di assenza prolungata di aria un individuo tende a sviluppare pensieri leggermente pessimisti.
Ma l’articolo recentemente pubblicato su Playscientist è senza dubbio il più rivoluzionario degli ultimi anni. Secondo lo studio condotto dal professor Giovanni Isolette, il legame fra intelligenza e pene piccolo va ricondotto alla sfera della sessualità: “Gli individui dotati di un grosso pene avevano meno difficoltà nell’accoppiamento – spiega Isolette – mentre gli uomini che non possedevano un membro di dimensioni abbastanza ragionevoli sono stati costretti a sviluppare nel tempo una notevole intelligenza, in modo da cercare metodi alternativi per far raggiungere l’orgasmo al proprio partner. C’è chi ha ideato nuove coreografie da fare con le dita, chi con la lingua, chi ha progettato specifici macchinari dedicati al piacere, o chi invece ha fatto venire il proprio partner attraverso metodi più classici, ideando geniali truffe all’assicurazione per poi comprargli costosi regali”.
A pochi giorni dalla pubblicazione della ricerca, sono diversi gli intellettuali ad aver espresso qualche perplessità, primo fra tutti Rocco Siffredi. Lo stesso professor Isolette avrebbe manifestato dubbi sulla sua stessa scoperta: “Il risultato dello studio non è da considerarsi completamente attendibile – ha voluto chiarire – le eccezioni alle regole sono piuttosto frequenti, io ad esempio sono anche piuttosto stupido”.
Alessandro Cappai