ROMA – Sono tempi difficili per Massimo Giletti. Il noto giornalista e conduttore con sguardo cisposo ha denunciato qualche giorno fa una situazione diventata insostenibile: “Lo studio è troppo piccolo. Non ci sono più le condizioni di sicurezza minime per continuare a fare trasmissioni di VeroGiornalismo® come facciamo noi di “Non è l’Arena”“, pare sia sbottato Giletti durante la consueta riunione settimanale col direttore de La7, Andrea Salerno.
“Massimo, se ti riferisci al Covid, abbiamo preso tutte le precauzioni! Certo… se poi inviti Sgarbi, è normale che le condizioni di sicurezza saltano! L’ultima volta l’abbiamo dovuto sedare solo per prendergli la temperatura! “, avrebbe replicato Salerno, a cui Giletti ha risposto che Sgarbi era solo una parte del problema, che in realtà era molto più grande.
Secondo il conduttore con lo sguardo lattiginoso, si verifica un fenomeno preoccupante quando, durante la trasmissione, intervengono taluni ospiti (in studio o in collegamento) e si inizia a sentire una pressione terrificante alle tempie, che poi sfocia in una mancanza di ossigeno e in una successiva inevitabile vera e propria fame d’aria. Questa situazione è stata interpretata dal professor Aliberto De Cazzaribus, direttore del dipartimento “Ricerche massmediatiche e perdite di tempo”, che si è subito precipitato sul posto col suo team per indagare. Ed è stata una fortuna: durante l’ultima puntata di “Non è l’Arena” si è infatti sfiorata la tragedia quando il numero di cazzate dette durante la trasmissione ha raggiunto una densità tale che il livello di ossigeno si era praticamente azzerato. E questo, pur non sembrando un problema per gli ospiti cazzari presenti in studio e dietro le quinte, lo era invece in maniera drammatica per gli appartenenti alla troupe e i pochi ospiti normali, che avevano avuto la sventura di trovarsi in studio nello stesso momento.
“L’ultima volta ho temuto seriamente di rimanerci sotto pure io – spiega Giletti – La puntata, tolto il collegamento con Salvini che la menava con l’idrossiclorochina, sembrava una di quelle “light” (a basso contenuto di cazzate), fino a che non è arrivato il collegamento con Fabrizio Corona e ho avuto la brillante idea di far leggere ad Asia Argento un estratto del libro dello stesso Corona che iniziava con la frase: “Innanzitutto io sono Dio…”. Così la situazione è andata completamente fuori controllo. Ci siamo salvati solo perché l’accumulo della pressione ha fatto saltare le porte anti-incendio, permettendo così l’ingresso di aria pulita. L’unica cosa positiva di questa situazione è che mediamente la coltre di puttanate è talmente fitta che pare riesca addirittura a bloccare la trasmissione del Covid, tanto che il pool di scienziati ha ingaggiato i miei ospiti “migliori” per poter ricreare in laboratorio le stesse condizioni e studiare meglio il fenomeno”.
Ma come si dice: tutto è bene quel che finisce bene. Il direttore di Rete e Giletti hanno trovato un accordo: non più di un cazzaro a puntata in studio e massimo due in collegamento. Con numeri più grandi, la trasmissione verrà fatta all’aperto e sarà allertata la Protezione civile e i pompieri, per garantire l’incolumità delle persone innocenti. La cosa più importante di tutte è comunque aver scoperto una possibile arma contro il Covid.
Federico Graziani