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Roma, aperto nuovo museo degli orrori, in mostra anche il plettro di Ligabue

Roma – C’è anche il plettro con cui Luciano Ligabue ha registrato il brano Happy Hour, (tormentone e terrore estivo del 2006 che, anche a causa dello spot Vodafone, ha provocato centinaia di migliaia di morti nell’anima NdR) nel Nuovo Museo degli Orrori di Roma, inaugurato ieri sera al n. 219 di via Merulana.

È stato un lavoro molto duro – ha commentato nel discorso di apertura il direttore e curatore Alberto RanieriIo e mia moglie Monica (collezionista di antiquariato finto rococò e canotte di Franco Lechner NdR) abbiamo iniziato la selezione e raccolta dei reperti quasi due anni fa, e non vi nascondo che spesso ci siamo trovati di fronte a tali mostruosità, che ci siamo chiesti se fosse opportuno mostrarle al pubblico. Ma questo è un museo degli orrori, e la penna a sfera di Vittorio Feltri non poteva mancare”.

L’inaugurazione è stato un successo clamoroso, con più di duemila visitatori portati via in ambulanza nelle prime tre ore. Particolare apprezzamento è stato espresso dal cumulo di trentuno persone svenute di fronte alla sedia da regista di Gabriele Muccino, e dai settecento litri di vomito versati attorno al pettine di Alessandro Orsini. Non mancano anche le rarità: la pianolina con cui Max Pezzali ha composto “Come mai, la prima macchina fotografica di Fabrizio Corona, il vasino da notte del cantante dei Gazosa e l’unico neurone finora rinvenuto di Maurizio Gasparri.

Se il numero di visite continuerà su questi ritmi – annuncia Ranieri – apriremo una nuova sede anche a Milano; abbiamo già recuperato il taccuino di Fabio Volo, più di sei chilogrammi di escrementi di Povia, pari quasi all’intera discografia, e Maurizio Belpietro“.

Gianni Zoccheddu

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