Padania (Not Italy) – Un piatto di lasagne, dei babà, delle tagliatelle fresche fatte in casa, un cannolo e due fette di pane con (quella che sembra essere) abbondante Nutella: queste sono solo alcune delle foto che sono state pubblicate e che rappresentano un buon 70% del programma politico di Matteo Salvini, influencer di fama mondiale, assaggiatore di prodotti tipici e, a tempo perso, anche Ministro dell’Interno e vice premier italiano.
Salvini, che si è detto sconvolto dalla serie di cattive notizie che provengono dal Paese che dovrebbe cercare di amministrare, ha approfittato della nuova recentissima tragedia in mare per brindare con il suo staff per il raggiungimento di un milione di follower su Instagram e per lanciare una graditissima novità in campo editoriale: il suo primo libro di cucina, settore su cui spera di battere tutti i più grandi maestri della vecchia politica culinaria, come Cannavacciuolo, che lui ha definito “odioso napoletano che non accetta il cambiamento voluto dagli italiani onesti, non solo in politica ma anche in cucina, come il parmigiano sulle vongole”, Cracco, “borioso radical chic che fa pagare un piatto di pasta cinquanta euro”, ed Elisa Isoardi, “una che manco si sa come sia finita a lavorare in Rai, lei che ascolta musica di merda, di autori di merda, che cucina di merda e non sa manco stirare”.
“Il libro”, dice Luca Morisi, spin doctor, proctologo e social media manager del vice premier, “si intitola ‘Disgrazie in mare e cosa abbinarci’, sottotitolo: ‘alla faccia della Fornero e di Monti e di quelli del Pd’. Un manuale di cucina che parla della realtà contemporanea, dei successi di questo governo e soprattutto di quella particolare persona che è riuscita a farmi pagare lo stipendio dallo Stato e che riesce, spendendo mille euro al giorno, a far pagare la sua campagna elettorale illimitata agli stessi cittadini. E poi per la gente il genio sono io”.
“Possiamo fare alcuni esempi di quello di cui parla il libro”, spiega Morisi – ma muovendo la bocca a Salvini come se stesse parlando lui: “per esempio: in caso di naufragio in mare, senza vittime, ci abbiniamo una bella pasta e fagioli, che potrebbe subito ritemprare i naufraghi dopo lo shock subito, ma che ci mangiamo noi perché di loro ce ne fotte ben poco. In caso di un fermo di un extracomunitario che finisce in tragedia, ci mangiamo su una bella brioche col cappuccino, data l’ora tarda in cui avvengono queste cose e che può servire anche a tamponare la quantità di alcool bevuta precedentemente. Altro esempio: in caso di ribaltamento di gommoni, con purtroppo delle perdite di vite umane, ci deliziamo con un bel piatto di tagliatelle fatte in casa, da postare sui social prima della cottura. In caso di morte per ‘ndrangheta a uno a cui era stata tolta la scorta, due belle fette di pane burro e marmellata Fiordifrutta Rigoni di Asiago e, infine, in caso di un bel terremoto in Terro…in Sicilia, ci mangiamo su due cannoli, così facciamo un po’ di contenuti brandizzati e ci tiriamo su due soldi in più che non fa mai male”.
Ma un pensiero sincero, e persino umano, Salvini riesce a darlo anche per le povere vittime di questo viaggio della speranza: “Se fossero rimasti a casa loro, tutto ciò non sarebbe avvenuto. Certo, sarebbero potuti morire per il caldo, le guerre, la povertà, la fame, la guerriglia urbana, la sete e tante altre belle cose, ma sarebbero stati a casa loro e io non avrei potuto avere un bel 17 per cento alle elezioni di Marzo e comandare ‘sto Paese come se avessi ottenuto il 33 di quel fesso di Pomigliano. Quindi grazie grazie grazie. E un kissino ai miei follower più accaniti”.
Davide Paolino