SANREMO – Guarda sconsolato il suo bicchiere di Braulio, scuotendo la testa. “È ‘na cosa vergognosa… nu scandale proprie”. Leone di Lernia, grande cantautore classe ’38, è amareggiatissimo. Sanremo punta sui giovani da “Talent” scaricando le vecchie glorie che hanno costruito canzone dopo canzone la storia della musica italiana. “Pè fa’ Sanremo ci vuole classe, ‘o charme. Cheddi sontu ricchioni!”. Il cantante di Trani ha già all’attivo 40 album di successi (come “Sì nu baccalà” o “Il gran porcello”) e decine di singoli. Ma il suo brano “A’ piccioni de sòòr” è stato scartato dai giudici sanremesi, definendolo: “una cagata”. Leone non l’ha presa bene, ma ha mantenuto la calma. Il rifiuto l’ha però fatto sprofondare in una tremenda depressione, placata solo dal suo hobby preferito: collezionare occhiali da sole. Lo sguardo perso nel vuoto tradisce il suo disappunto. Parlando di Sanremo lo definisce come “nu martello pneumatico sope ì palle”. Alla domanda: “Lei guarderà la kermesse canora in tv?”, la risposta definisce completamente il suo stato d’animo: “Fanculo a loro e chedde canzoni demmerda”.
Chiorbaciov