MILANO – Si è trasformato in un incubo il tentativo di una casalinga lombarda di esprimere il proprio pensiero sulla questione dell’odio che imperversa sui social network e che non di rado conduce a esiti drammatici.
Dopo il recente caso della ristoratrice di Lodi, morta suicida dopo essere finita alla gogna sui social, Speranza Riposta, 44enne milanese che finora aveva sempre usato i social solo per guardare video di gattini o per coltivare il suo orto virtuale, ha sentito la necessità di dare il suo contributo per fermare un fenomeno che, a suo avviso, sta assumendo dimensioni preoccupanti. Quindi una mattina ha preso coraggio e ha scritto sul suo profilo Facebook “BASTA ALLA GOGNA SUI SOCIAL”, corredando il post con la classica foto di una ragazza voltata da una parte a nascondere il viso e con una mano protesa verso l’obiettivo. Vabbè insomma, questa:
Subito sono arrivati i cuoricini delle amiche e i complimenti dei parenti, insieme alla solita manciata di commenti di morti di figa tipo “Non solo bella ma anche sensibile”, oppure “Mi è venuta un’idea su come risolvere il problema delle gogne, ne parliamo davanti a un caffettino? (emoji che fa l’occhiolino).
Poi, un po’ a sorpresa, qualcuno ha scritto: “Guarda che quella foto che hai messo è di una ragazza che ha subito violenza sessuale, l’ho vista in un altro post, non ti vergogni a sfruttare l’immagine di una povera vittima solo per prendere qualche like? Fai schifo!”. Il commento ne ha richiamati altri dello stesso tenore, finché qualcuno molto determinato non si è preso la briga di andare a ritroso sul suo profilo fino a trovare una condivisione di un vecchio post di Feudalesimo e Libertà in cui si invocava ironicamente la “gogna per li stolti et senza Dio” che le è valsa l’accusa di incoerenza.
Nel giro di poche ore la signora Riposta è stata accusata di tutto, perfino di essere, in realtà, Chiara Ferragni sotto mentite spoglie, nonostante i suoi follower fossero soltanto 41 (scesi nel frattempo a 29). La casalinga si è trovata così nel mezzo di una shitstorm senza precedenti che le ha provocato uno stato d’ansia generalizzato, quadro clinico peggiorato dalla paura di finire in un articolo di Selvaggia Lucarelli. Presa dalla disperazione e non sapendo come uscirne la donna si è aggrappata a un’ultima speranza: accettare il caffettino con il morto di figa.
Eddie Settembrini
(Articolo scritto anche grazie al sostegno di Box, Giuseppe Lastaria e Dario Cecchini)