CUPERTINO – “Non l’ho fatto apposta, mi è scappato!” Sono queste le prime parole pronunciate dall’ormai ex dipendente della Apple, John Honest, dopo aver aggiunto per sbaglio, mentre compilava la descrizione di un prodotto sul sito, una frase che mai ci si sarebbe immaginato di leggere associata a un prodotto della mela: Included in the price.
“Era una giornata esattamente come tutte le altre” racconta Honest, “solito inchino alla statua di Steve Jobs, solito rito voodoo con la bambolina di Bill Gates, solita gara a chi ce l’ha più lungo, l’iPhone intendo, poi solito brainstorming per inventare nuovi inutili prodotti (io ho proposto una iSuppost, una supposta digitale che sincronizza le funzioni fisiologiche con l’arrivo delle videochiamate) e decidere cos’altro togliere dalla dotazione di serie del nuovo Macbook, tra chi proponeva di togliere la webcam, chi il microfono, chi le casse e chi addirittura la tastiera, sostituendola con una versione automatica che scrive da sola, in modo che l’utente possa solo stare fermo ad ammirarla, il tutto aggiungendo un sovrapprezzo di soli 500$“.
A Honest viene assegnato anche il compito di aggiornare il sito, impegno che si prefigge di svolgere nella sua pausa pranzo di 4 minuti, quando ne approfitterà per prenotare pure un weekend con la sua fidanzata nel centro storico di Cupertino. Destino vuole che mentre le descrive per mail le caratteristiche dell’hotel, che nella stanza, allo stesso prezzo, comprende persino il letto, John commette una svista epocale, digitando, senza accorgersene, anche nella compilazione della pagina relativa a un adattatore usb la scritta abolita per statuto da ogni terminale della rete Apple: Incluso nel prezzo.
Per tutto il resto della giornata Honest ha sentito una vocina nella mente che cercava di dirgli qualcosa ma senza riuscire a decifrarla, ma quella notte gli appare in sogno il fantasma, ma alla Apple preferiscono chiamarli ologrammi, di Steve Jobs che lo riprende con severità: “Ho detto siate folli mica coglioni! Vuoi farci fallire? Dove credi di essere? Alla Motorola?”
Svegliatosi di soprassalto il ragazzo si veste di corsa (infila le snickers) e si precipita al suo cubicolo open-space sfrecciando nella notte sul suo segway ma era troppo tardi, appena entrato in azienda il povero John viene preso di mira e bullizzato da tutto il team di colleghi e dirigenti che lo deride etichettandolo come “pezzente che pensa ai pezzenti” e condotto al suo terminale su cui stava già lavorando il suo rimpiazzo, un tredicenne appena giunto da Bangalore.
Dopo aver ricevuto una richiesta di risarcimento di circa 188 milioni di dollari (circa uno per ogni centimetro di altezza del fondatore della compagnia), Honest è stato cacciato con ignominia dalla sede dopo averlo privato di ogni privilegio, dal permesso di vivere in California fino ai buoni sconto Starbucks.
Il ragazzo, intervistato mentre friggeva patatine nella cucina di un McDonald’s nella periferia di Detroit, ha comunque mostrato di non serbare rancore verso i suoi ex colleghi di lavoro: “Per Natale ho anche mandato loro in regalo decine di Samsung Galaxy S7”.
Giuseppe Coppola & Augusto Rasori