Papparea (LE) – La bufala delle api a cui sarebbe legato il destino del mondo era stata messa in giro esattamente tempo fa, quando ancora gli Homo sapiens erano liberi di uccidere questi fastidiosi insetti.
Giorno dopo giorno le api stavano diminuendo di numero e fu così che, secondo fonti talmente certe che non hanno nemmeno bisogno di essere verificate, l’ape regina Maja XIV, aiutata dalle lobby del miele, avrebbe deciso di correre prontamente ai ripari ideando un piano diabolico: “Le persone devono rispettarci, devono avere paura di noi!” avrebbe tuonato ai suoi più stretti collaboratori “Dobbiamo far credere a tutti di essere indispensabili”
I fedeli assistenti manifestarono subito forti dubbi sulla credulità della gente, ma la Regina (peraltro mai eletta dal popolo) sarebbe a placare ogni perplessità: “Si mangiano il nostro vomito, vuoi che non si bevano questa balla?”
E così, pagando pseudoscienziati pseudomultilaureati, hanno divulgato questa leggenda facendo sì che fosse proibito ucciderle, rendendole addirittura una specie protetta. Ma protette da chi precisamente? Dalle lobby del miele di acacia? Di timo? (Di eucalipto no, perché è buonissimo). E perché mai le proteggono?
In realtà, apprendiamo da fonti certe, le api sono inutili e dannose: le api ci temono. Questa è la verità, l’unica da ascoltare. E il consiglio per conoscerla è quello di documentarsi sui siti di giornali onesti; del resto, quale fonte d’informazione seria e incorruttibile avrebbe diffuso questa bufala confermata solo dal 100% degli etologi? Non la nostra.
E, a conferma che sia tutto un piano ordito dalle multinazionali dei vasetti di vetro, corre voce certa che l’inganno sia stato smascherato nella 25ª puntata dell’Ape Maja (come la regina: coincidenze?) censurata tempestivamente dal Governo e mai andata in onda. Ma non solo: l’intera serie è stata punita e bloccata dopo sole 80 puntate (in realtà 81!) e mai rifinanziata dalle Banche Mondiali.
Banche che hanno preferito sostenere economicamente cartoni animati vili e accomodanti come Pollon: una bimba renziana col sogno di diventare una Dea senza però mai chiedere il parere della Rete; e Gigi la Trottola: dove, i protagonisti della serie, senza davvero alcun ritegno, son rimasti in carica per più di due stagioni consecutive.
Albert Huliselan Canepa