Venezia: Ci sono voluti 15 punti di sutura per ricucire il cranio di Giovanni P.S.M.N., sentinella in piedi di 33 anni originario Vallòadìallamamma (SI) oggi dimesso dall’ospedale San Giovanni e Paolo Venezia dopo quasi una settimana di ricovero. Il giovane si trovava nella città lagunare in occasione del carnevale, in un tripudio di colori che già l’avevano allarmato per la troppa varietà: “Preferisco i coriandoli in bianco e nero” avrebbe dichiarato al gondoliere poco prima dell’incidente “Ma finchè se ne stavano a casa loro, non pretendevano il matrimonio e l’adozione dei coriandolini di altri poteva anche andare bene”.
Proprio, durante il proprio giro in gondola, mentre alternava uno sproloquio ad uno sguardo severo contro tutta quella eccessiva allegria carnevalesca, Giovanni P.S.M.N notava improvvisamente una coppia di Arlecchino con i quadratini uniti con la macchina da cucire. Un obbrobrio per gli occhi di Giovanni P.S.M.N., che ha sentito un solletico alle sue natiche e il risveglio della sua coscienza che l’hanno fatto gridare all’ omo-scandalo.
È scattato in piedi, dunque, fiero, ritto e orgoglioso con il suo Mein Kampf ricopiato a mano dall’originale. Purtroppo per il giovane idealista, però, a pochi metri di distanza un ponte attraversava il canale che stava percorrendo e mentre cercava di capire il corretto verso di lettura del libro ha sbattuto violentemente il capo producendo un rumore di vuoto che ha per un attimo sospeso la festa. “Questi ponti devono essere tolti, minano il nostro religioso e pio diritto a manifestare silenziosamente”. Questa la dichiarazione del malcapitato al suo arrivo in Pronto Soccorso. Il gondoliere Bepin ha commentato ” El stava in piè come ‘na sardina imbachetà, ho cercato di disuaderlo ma i ta morti cani, nol capiva un emerito casso, ciò!” I medici del reparto di ortopedia hanno dichiarato che presto potrà tornare a stare in piedi a lottare per la salvaguardia dei baluardi del vivere civile e che le ferite sono guaribili in pochi giorni: “Ma per la testa non c’è niente da fare”.
Gabriele Miotto