Bruxelles – Era nell’aria ed è arrivato: è il monito dell’Unione Europea che condanna il nostro Paese per il sessismo praticato da decenni dagli arrotini italiani. Quel “Donne: è arrivato l’arrotino” non è andato giù a una parlamentare svedese che, in vacanza a Roma, è rimasta letteralmente scioccata di fronte a tanta mancanza di sensibilità, e ha informato la Commissione Europea per la Parità di Genere.
La pratica è già passata nelle mani del Dipartimento delle Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che, per bocca di Maria Elena Boschi, ha assicurato un rapido adeguamento della legislazione italiana alla Direttiva Europea. “L’Europa può stare tranquilla – ha dichiarato la Boschi – dal prossimo anno gli arrotini al loro arrivo chiameranno anche gli uomini, ho scritto personalmente il testo del richiamo degli arrotini, che dovrebbe essere questo:
‘Donne [messe comunque all’inizio per galanteria NdR], uomini, transgender, esseri umani bisognosi di una lama affilata indipendentemente dall’orientamento sessuale e dall’identità sociale: è arrivato l’arrotino/a’.”
L’altro aspetto sollevato dall’Unione Europea è la rappresentanza rosa all’interno della categoria degli arrotini. Da una prima stima, infatti, sembra che la professione arrotinea sia appannaggio esclusivo del genere maschile; l’unica donna ad aver provato la carriera fu negli anni ’50 una certa Rosa Invernizzi, che però fu presto emarginata e costretta ad affilare dapprima limette per le unghie, poi direttamente le unghie (dando vita alla moderna nail art). Anche su questo punto Maria Elena Boschi è apparsa categorica: “Indirizzeremo verso questa professione migliaia di ragazze in cerca di lavoro. Ho già pronto lo slogan: ‘Affilate il vostro futuro‘”.
Esulta Laura Boldrini: “È un grande passo avanti verso le pari opportunità nel nostro Paese. Io non rispondo mai alla chiamata degli arrotini per principio, piuttosto strappo le bistecche con le mani. Ora finalmente se ne potrà occupare mio marito”. La Presidente della Camera poi pungola il Governo: “Mi auguro che in Italia possano svolgere questa antica professione anche gli immigrati, come i Sikh ai quali è stato ingiustamente vietato di girare con il tradizionale coltello alla cintura”.
Sul piede di guerra, invece, la categoria degli arrotini, che per bocca di Tino Arrò, Presidente di FederLama, giudica la presa di posizione dell’UE “una grave ingerenza nei cazzi nostri” e aggiunge: “quelli lì sono solo invidiosi perché siamo pieni di figa!”.
Ma c’è anche chi considera questa decisione un boomerang per la causa delle donne: “In un Paese in cui i femminicidi sono all’ordine del giorno, mandare i mariti ad affilare i coltelli non mi sembra una grande idea”.
Insomma, il dibattito è aperto e intanto, finché la decisione non diventerà operativa, gli arrotini useranno un testo generico: “Oh: è arrivato l’arrotino…”
Eddie Settembrini