CONEGLIANO – La storia si è consumata nell’ufficio di Libero Cazzaro, titolare di un calzaturificio abusivo nel trevigiano, durante un colloquio di assunzione con la ventinovenne Sonia Schiavon. “Le stavo chiedendo le solite cose”, racconta l’imprenditore, “se fosse disposta a prestare lavoro extra, cosa sapesse fare per accontentarmi, se la sua manualità poteva spingersi oltre la semplice cucitura delle scarpe e via dicendo. A un tratto mi ha chiesto quale fosse lo stipendio mensile. Sulle prime non ho capito cosa intendesse. Ebbene voleva sapere quanti soldi le avrei dato ogni fine mese per il suo lavoro! ‘Ma se il lavoro è tuo’, le ho chiesto, ‘perché te lo devo pagare io?!’. Non avevo mai sentito una pretesa del genere. In che mondo viviamo?”.
I poliziotti sono arrivati sul posto diverse ore dopo e hanno definito l’accaduto “Estremamente inquietante”. Ad avvertirli, alcune decine di cinesi residenti nello scantinato aziendale, che hanno visto Cazzaro vagare per ore su e giù per le scale in stato di choc: “Elavamo pleocupati pel futulo, cosi abiamo chiamato sbili”. Sonia Schiavon è stata trovata a casa sua che guardava la tv come se niente fosse, e portata alla centrale per accertamenti.
Radu Gabriel Tanasescu