Abbiategrappa – Sono ancora sconcertati i genitori di Mob Asta, il diciassettenne che stamane si è tolto accidentalmente la vita in un ultimo disperato guizzo vitale. Il giovane era costretto in stato vegetativo da oltre vent’anni, dal giorno in cui un subì un orribile fatality da SubZero giocando a Mortal Kombat II. Secondo i medici, l’unico modo per tenerlo in vita era lasciare accesa la PlayStation con il gioco in pausa.
Da allora è cominciata una lunga battaglia legale, che ha visto i genitori contrapposti l’uno all’altro, pur mossi entrambi dall’intento di fare il meglio possibile per Mob. La madre, fervente religiosa, appartenente alla Chiesa Avventista del Quinto Giorno si è sempre rifiutata di acconsentire allo spegnimento della console. Il padre, invece, avrebbe voluto seguire le volontà di Mob (“Ma i giudici mi hanno impedito di estrarre la memory card” spiega tra le lacrime).
Stamattina, alle prime luci dell’alba, il miracoloso risveglio seguito, però, dopo solo pochi istanti, dall’amaro gesto. Il giovane si sarebbe levato in piedi lentamente e avrebbe esclamato: “Il gioco si è impallato di nuovo! Ci penso io”. Quindi ha disinserito il cavo dell’alimentazione senza seguire le istruzioni.
Il Democritico