STELLAVILLONE (OT) – C’è mancato poco ma per fortuna la tragedia è stata solo sfiorata. Rosario Marchi, impiegato di 51 anni, si è infatti svegliato verso le 7, come di consueto, per affrontare una nuova settimana di lavoro; ma appena aperti gli occhi, prima di effettuare un qualsiasi movimento, si è immediatamente accorto che accoccolato su di lui dormiva profondamente il suo gatto Miloslav, chiamato così per la somiglianza con Mečíř, talentuoso tennista cecoslovacco degli anni ’80.
Marchi ha delicatamente cercato di sfilarsi da sotto il piumone senza interrompere il sonno del suo piccolo batuffoloso amico ma ad ogni minimo accenno a uscire dalle coperte la creatura pareva ridestarsi, sconsigliandolo così dall’insistere oltre. Costretto dall’impellente necessità di espletare comunque la propria minzione l’uomo, dopo vani sforzi di resistenza, si è liberato la vescica nell’unico contenitore alla sua portata: le pantofole accanto al letto.
Implacabilmente ispirato dall’autunnale grigiore mattutino proveniente dall’esterno e ipnotizzato dal lento russare del micio, è poi crollato letteralmente in catalessi per altre 6 ore prima di ridestarsi attorno alle 14 solo per scoprire che Miloslav era ancora placidamente addormentato su di lui.
Impossibilitato a raggiungere il cellulare, posto prudentemente a ricaricare la sera prima a qualche metro di distanza dal letto, Marchi ha cercato di emettere diverse urla sottovoce in modo da attirare l’attenzione dei vicini ma senza rischiare di svegliare l’innocente animale serenamente immerso nel mondo dei sogni, purtroppo senza ottenere alcun risultato se non quello di dare vita ad un nuovo verbo: sussurlare, prontamente censito dall’Accademia Della Crusca.
Sempre più in preda ai morsi della fame, il malcapitato Marchi ha allungato la mano verso il comodino a caccia di una qualche parvenza di cibo, riuscendo a raggiungere giusto una mentina, un paio di aspirine effervescenti e il blister di Viagra che tiene nel cassetto perché non si sa mai che in casa possa capitare una modella ventenne ninfomane e non allergica al pelo felino.
Ingurgitate voracemente quelle golose vivande, Marchi, schiavo dei primi deliri da farmaci, ha iniziato a immaginarsi come un coraggioso cosmonauta sovietico nutrito unicamente da innovativo cibo liofilizzato. Assalito da un’improvvisa sete, dovuta soprattutto alle aspirine effervescenti mandate giù a secco, il povero prigioniero del decubito si è ricordato degli articoli letti diversi anni prima in cui si spiegava come gli stessi cosmonauti delle missioni Soyuz si dissetassero unicamente della propria urina e, superato il naturale disgusto, ha trangugiato il liquido espulso qualche ora prima ma ancora presente nelle sue comode calzature da casa, diventando immediatamente candidato alla segreteria del Partito Radicale.
L’immobilità forzata è durata fin verso le 21, quando nell’appartamento ha fatto irruzione una squadra di vigili del fuoco allertata dagli amici di Marchi, a loro volta messi in allarme dal fatto che per tutte quelle ore l’uomo non avesse postato nemmeno una foto del suo Miloslav sulla pagina Facebook del gruppo Mici che si chiamano come le nostre password.
I pompieri hanno subito provveduto a liberare il sedicente padrone di casa dopo 18 ore di prigionia, aprendo in cucina, con estrema cautela, onde non provocare un traumatico risveglio all’animale, una scatola di tonno il cui aroma si è diffuso sino in camera da letto, insinuando un progressivo appetito nel tenero felino al punto da spingerlo ad aprire lentamente gli occhi, stiracchiarsi con cura e scendere felpatamente dal giaciglio.
Marchi è stato quindi liberato dalle coperte che ancora lo opprimevano e aiutato a rimettersi in piedi da quattro volontari della squadra. I medici assicurano sulla brevità del recupero della piena tonicità muscolare dell’uomo, che intanto giura che non berrà mai più cedrata, girerà scalzo anche d’inverno ma soprattutto che quella è la più gloriosa erezione che abbia mai avuto in tutta la sua vita.
Augusto Rasori