Manet (TE) – Insolito ed inaspettato slancio di altruismo quello dell’ex premier pidiota Matteo Renzi che, con un post al fulmicotone su Facebook dai contenuti gravemente diffamatori, ha servito a Marco Travaglio su un piatto d’argento la possibilità di denunciarlo e tornare finalmente a vincere agevolmente una causa.
È infatti dal 2009 che Travaglio, affilata penna del giornalismo italiano e campione mondiale uscente di numero di processi per diffamazione, non ne vince una. L’ultima risale a quando l’allora direttore di Raiuno Fabrizio Del Noce lo aveva querelato per un articolo del 2007 pubblicato sulle colonne de L’Unità. Condannato in primo grado, Travaglio veniva poi definitivamente prosciolto in Cassazione dal reato di diffamazione e risarcito: l’accusa consisteva nell’aver definito Del Noce “giornalista e politico”.
Giornalista, scrittore, saggista, satiro, conferenziere, ospite televisivo, collaboratore musicale, youtuber, attore teatrale, ballerino di tip tap, free climber sugli specchi e dominatore in film pornografici Bondage e BDSM; la carriera giudiziaria del direttore del Fatto Quotidiano è un susseguirsi altalenante di successi ed insuccessi. Memorabili i processi persi con personaggi dalla coscienza cristallina del calibro di Fedele Confalonieri, Renato Schifani, Cesare Previti e Donato Bilancia. Ultime, in ordine di tempo, le due cause perse contro Tiziano Renzi per il “caso Consip”, inchiesta archiviata da parte della Procura di Roma, che gli sono costate due condanne in sede civile nel giro di meno di un mese e il risarcimento di 95mila euro prima e 50mila euro poi; condanne che gli sono valse il titolo di ‘capo cannoniere diffamatore in velocità’.
Ma veniamo al contenuto del post, pubblicato sulla pagina ufficiale di Facebook di Matteo Renzi:
“Io e il mi’ babbo siamo così ricchi che non sappiamo che farcene dei 145mila euro di Travaglio. Leggi attentamente qua, Marchino, fanne buon uso e cerca di ripigliarti ‘sti quattro spiccioli: Marco Travaglio è un giornalista obiettivo, umile, modesto, mai schierato, mai arrogante e mai opportunista. Non sputa mai sentenze, non insulta mai nessuno e non è assolutamente un inquisitore. I suoi giochi di parole sono sempre originali ed esilaranti e non storpia mai i cognomi dei suoi avversari. Travaglio, come giornalista, probabilmente esisterebbe anche senza la discesa in campo di Silvio Berlusconi. ” Poi, la stoccata finale: “Travaglio, inoltre, è un filo-palestinese convintissimo”.
Dopo la prevedibile vittoria in tribunale, i suoi fedelissimi lettori attendono con ansia i quindici editoriali autocelebrativi dai consueti toni pacati del direttore e cofondatore del Fatto Quotidiano. Intanto, i redattori di Wikipedia che curano la sua pagina, hanno lanciato un appello accorato: “Ora Marco Travaglio si dia finalmente una calmata, stiamo finendo lo spazio disponibile dedicato alla sezione Processi giudiziari”.
Andrea Canavesi