Trigoria (Roma) – Chi gioca a calcetto conosce fin troppo bene il senso di frustrazione vissuto dai presenti e soprattutto dall’organizzatore quando dopo due giorni passati a mettere insieme il gruppo di dieci uomini, uno improvvisamente non si presenta all’ora stabilita. L’astio e il rancore maturano a livelli indicibili quando il ritardatario (generalmente il cugino di terzo grado o l’amico che non vedi dalle medie) lascia squillare a vuoto il telefono, ma su whatsapp il messaggio “Che cazzo di fine hai fatto” ha la doppia spunta blu.
E niente, a quel punto tocca giocare in nove.
Una disavventura simile è toccata ieri al mister Luciano Spalletti che aveva pensato bene (male) di organizzare un calcetto in onore del Capitano, dopo la sua ultima partita.
“Francesco era entusiasta e mi sembrava una buona occasione per riappianare alcune passate divergenze e incomprensioni. Mi ha solo fatto firmare una liberatoria per assicurarsi di non dover fare turni in porta” racconta l’allenatore toscano.
Alle 20.15, però, negli spogliatoi erano solo in nove. “Ho pensato che arrivasse già pronto – prosegue Spalletti – ma alle 20.30 davanti al campetto eravamo ancora solo in nove“.
I nove si sono quindi riscaldati (2 minuti e 12 secondi per non perdere tempo prezioso già pagato) ma al termine dei preparativi ancora nessuna traccia di Totti. “L’ho chiamato, ma mi ha risposto un call center di Shangai che mi informava di avermi attivato un servizio in abbonamento per un parrucchiere francese. A quel punto, ho capito che avremmo dovuto giocare con l’uomo in meno“.
Totti si è presentato quando l’ora prenotata era già agli sgoccioli e la squadra di Spalletti perdeva già 8 a 0.
“Me pensavo che ero convocato solo pe’ lla panchina – ha chiarito Totti al suo arrivo – Mister, sinceramente n’avevo capito che giocavo titolare. Come so mortificato, Spallè, tanto tanto mortificato‘”.
Totti è quindi entrato in campo nella squadra che era rimasta in inferiorità numerica e in soli 5 minuti ha siglato 8 reti. La partita è quindi finita 16 a 0.
Nicolò Premoli & Francesco Conte