Roma – Il prolungarsi del conflitto tra Russia e Ucraina preoccupa il governo italiano. Falliti i tre round di negoziati tra le delegazioni, fallito il colloquio in Turchia tra i rispettivi ministri degli esteri, fallita la missione di Salvini (anzi, quest’ultima ci ha portato a un passo da una guerra con la Polonia), comincia a serpeggiare il timore dell’estensione del conflitto al resto d’Europa e all’intero pianeta. Per fronteggiare questo rischio, Mario Draghi ha deciso di far ricorso per l’ennesima volta al principale strumento emergenziale italiano: il bonus.
Innanzitutto, per convincere gli italiani che non è davvero il caso di utilizzare l’automobile di questi tempi, oltre al quasi scontato rinnovo del Bonus Monopattino, sono in arrivo il Bonus Skateboard, il Bonus Cavallo e il Bonus Catapulta (per chi ha fretta di raggiungere il luogo di destinazione).
Poi, per quanto riguarda le agevolazioni a carattere strettamente bellico, oltre al Bonus Elmetto, che sta già riscuotendo un discreto successo tra gli appassionati di guerra calvi (il solo Dario Fabbri ne ha già acquistati otto), sono stati annunciati il Bonus Molotov, il Bonus Iodio e il Bonus Sacchi di Sabbia da Mettere a Protezione della Propria Abitazione.
Ma le preoccupazioni del governo nascono dall’assunto che, in caso di conflitto mondiale – un po’ per la posizione strategica, un po’ per le tante basi Nato dislocate, un po’ perché siamo oggettivamente sfigati – il nostro Paese sarebbe il primo a subire un bombardamento. Da qui l’idea di Draghi di prorogare di un altro anno il Bonus Ristrutturazioni, sia per dare la possibilità agli italiani di ricostruire la propria casa sventrata dalle granate, sia per far ripartire l’economia (si stima che in caso di guerra il PIL italiano scenderebbe al livello della Guinea-Bissau). Al Bonus Ristrutturazioni potranno accedere anche quelli che ne hanno già usufruito in passato, a patto che rispondano a due nuovi requisiti:
- bisognerà dimostrare l’autenticità del bombardamento recapitando all’Agenzia delle Entrate i frammenti dell’ordigno di fabbricazione russa che ha causato la distruzione della casa. Se le schegge non si trovano (può capitare dopo un bombardamento) sarà necessario presentare una certificazione del Ministro degli Esteri russo Lavrov con scritto “Sì, siamo stati noi”;
- bisognerà dimostrare di non essere un oligarca russo.
Nota a margine: se la vostra casa venisse colpita da una bomba nucleare non si potrà accedere al bonus, perché non resterebbe granché da ristrutturare, ma le macerie fumanti otterrebbero la prima classe energetica!
Eddie Settembrini